Dopo l’Antitrust francese, che un mese fa aveva inviato al governo un pacchetto di proposte per la liberalizzazione della distribuzione farmaceutica, è ora la volta dell’autorità austriaca per la concorrenza, la Bwb (Bundeswettbewerbsbehörde), togliere il sonno ai farmacisti titolari. Intervenendo a un meeting giuridico in Svizzera, il direttore generale Theodor Thanner ha rivelato che la sua agenzia è impegnata da poco in una ricognizione nel comparto della salute e nel settore delle farmacie in particolare. Dove, ha detto Thanner, ciò che si riesce sempre meno a capire è la programmazione territoriale, ossia la pianta organica. «La concorrenza» è la conclusione del capo della Bw «è un’altra cosa».
Non è la prima volta che l’antitrust austriaca se la prende con le regole che nel Paese governano la distribuzione del farmaco. Un anno fa, in un’indagine condotta a livello nazionale, la Bwb osservò che la Pianta organica mette le farmacie al riparo dalla concorrenza, consentendo di fatto la sopravvivenza anche agli esercizi che sono gestito in modo inefficiente o che non offrono un servizio di qualità.
Pur mettendo in discussione la pianta organica, la Bwb non intende aprire la farmacia alle catene o al capitale. Nessuna liberalizzazione estesa in sostanza, ma l’opinione che la pianta organica disincentiva i farmacisti titolari da una sana competizione e non assicura un servizio adeguato alla popolazione.
E i numeri che dicono? In Austria si contano in tutto 1.340 farmacie, per un rapporto di 13 esercizi ogni 100mila abitanti che neanche si avvicina alla media Ue (31 farmacie). E le norme che regolano l’insediamento di nuovi punti vendita sono severissime: la nuova farmacia non può distare più di 500 metri dallo studio di un medico di famiglia e il quorum non può essere inferiore a 5.500 abitanti. Risultato, negli ultimi dieci anni sono state aperte “soltanto” 157 nuove farmacie.
Nel 2014 la Corte di giustizia europea aveva ordinato al governo austriaco di allentare le regole di stabilimento, Vienna obbedì controvoglia con una modifica normativa che permetteva di istituire farmacie anche sotto i 5.500 abitanti, ma solo nei comuni montani. Pochi mesi fa, i giudici europei sono tornati sulla questione e hanno ingiunto al governo di estendere la deroga.