Anche in Francia come nel Regno Unito uno degli effetti collaterali del panico da coronavirus sono gli insulti e le aggressioni ai farmacisti, in ospedale così come nelle farmacie del territorio. Secondo i dati raccolti dall’Ordine dei farmacisti e riportato da un articolo del Quotidien du pharmacien, gli episodi di violenza fisica o verbale segnalati nell’ultimo mese dagli iscritti sono cresciuti del 60% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Trenta soltanto nell’ultima settimana, l’equivalente di quanto registrato nelle quattro settimane di marzo 2019.
La casistica raccolta comprende aggressioni con il coltello ai danni di farmacisti ospedalieri per ottenere a ogni costo Plaquenil o azitromicina, oppure minacce o intimidazioni con insulti e sputi. «In un grande ospedale di Parigi» racconta Alain Marcillac, referente dell’Ordine per la sicurezza «sono stati presi di mira persino i farmacisti della farmacia interna, una cosa che a memoria non era mai capitata».
Alle aggressioni si aggiungono i furti con scasso ai danni delle farmacie del territorio: «L’obiettivo sono principalmente maschere e gel» prosegue Marcillac «ma i ladri non dimenticano di svuotare anche la cassa». Il Consiglio, dunque, è di non lasciare contante nei registratori quando si chiude, così come di segnalare all’Ordine tutti gli episodi. «Alcuni non hanno capito il momento che stiamo vivendo» aggiunge Marcillac «e continuano a venire in farmacia soltanto per chiedere qualcosa o informarsi. E se si ricorda loro che non dovrebbero restare a casa e al massimo telefonare, si offendono».