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Anche in Svizzera proteste e malumori per l’addizionale sui turni

2 Giugno 2018

Tutto il mondo è Paese e anche in Svizzera come in Italia il diritto addizionale riconosciuto dalla legge alle farmacie di turno crea sospetti e malumori. Nel Canton Ticino, in particolare, l’indennità ammonta a 17,30 franchi (circa 15 euro) ed è dovuta quando la farmacia di “picchetto” è aperta al di fuori del suo normale orario. Viene conteggiata sullo scontrino una sola volta, a prescindere dal numero di medicinali richiesti e di ricette spedite, ma capita di frequente che al momento di pagare il cliente storce il naso e chiede spiegazioni. Oppure, come riferisce un articolo di Ticino online, si rivolge al servizio farmaceutico per segnalare un sopruso. «Finora non abbiamo individuato abusi e qui i farmacisti non fanno i furbi» commenta il farmacista cantonale Giovanni Maria Zanini «fa testo il normale orario di apertura della farmacia: se il servizio viene richiesto al di fuori di tale orario, scatta l’addizionale». Che, nella Svizzera italiana, è in vigore dal 2002 ed è stata aggiornata nel 2016.

Sembrano una musica già ascoltata anche le affermazioni di Zanini riguardo alla redditività dei turni. «Ai farmacisti oggi non conviene fare il picchetto» osserva «non rende più nemmeno nei centri turistici e nella zona di confine». Insomma, si fanno i turni perché è la legge a chiederlo ma se potessero i farmacisti ticinesi eviterebbero volentieri. «In alcune fasce orarie gli accessi sono davvero pochi. Il farmacista se ne sta al banco ad attendere, magari per ore. Giusto dunque riconoscergli il lavoro e le spese extra. Anche perché i farmacisti non beneficiano di alcun contributo pubblico per fare i picchetti».