Le autorità sanitarie australiane stanno indagando su diversi casi di medici che avrebbero prescritto a distanza senza alcuna valutazione del paziente e attraverso sistemi di intelligenza artificiale. Secondo quanto riferisce il quotidiano the Guardian, sono 550 le segnalazioni di televisite e teleprescrizioni scorrette ricevute dal luglio 2020 dall’Ahpra (Australian health practitioner regulation agency); di queste, il 30% fa riferimento a professionisti che non hanno valutato adeguatamente il paziente e in 45 casi l’Agenzia ha accertato pratiche scorrette di telemedicina che hanno portato a sanzioni o misure restrittive nei confronti dei sanitari coinvolti.
Tra i casi esaminati, spiega il quotidiano, alcuni facevano adombrare il sospetto che il medico avesse fatto ricorso ad algoritmi di intelligenza artificiale per effettuare prescrizioni a distanza a pazienti sconosciuti. Elizabeth Deveny, capo del Consumers health forum of Australia, ha invitato il governo a intervenire su tali casi, ricordando che prima di prescrivere il medico dovrebbe avere una conversazione con il paziente, «in particolare quando è la prima volta che si rivolge a lui».
Occorre regolamentare la teleprescrizione con sistemi di Ai, ha continuato Deveny, «perché ci sono notevoli preoccupazioni riguardo alla sicurezza: cosa succede se un paziente accusa effetti collaterali gravi a un farmaco che il medio ha prescritto senza conoscere la sua storia clinica o gli altri medicinali che già assume?».
Secondo Deveny, scrive the Guardian, ci sarebbero piattaforme di telemedicina che prescrivono farmaci – dimagranti, per sempio – senza alcuna visita preliminare in presenza. «Questo modello di prescrizione online, senza contatto con il consumatore, non soddisfa i requisiti di sicurezza che andrebbero normalmente rispettati. La telemedicina è un’ottima pratica, ma questa non è telemedicina e ne potrebbero discendere danni significativi».
Per verificare la consistenza del problema, un giornalista del quotidiano ha provato a farsi prescrivere un vaporizzatore e-cig (che in Australia è soggetto a obbligo di ricetta) attraverso medicalnicotine.com.au, una piattaforma di telemedicina online. Nonostante non sia mai stato paziente del medico contattato a distanza e non abbia mai ricevuto in precedenza una prescrizione per un vaporizzatore, il cronista è riuscito ad avere la ricetta (spedita per e-mail) dietro pagamento di un onorario di 40 dollari e la compilazione di un questionario.
Contattata dalla redazione, la piattaforma ha ammesso di utilizzare «un’intelligenza artificiale proprietaria innovativa», ma non per le richieste di ricette che «vengono esaminate individualmente e scrutinate in modo appropriato». Il questionario online utilizzato per l’anamnesi, inoltre, risponde ai requisiti richiesti e «consente, se necessario, il follow up del paziente».
Le linee guida di Ahpra e del Medical Board of Australia , entrate in vigore nel settembre 2023, stabiliscono che «la prescrizione asincrona online con casella di spunta, senza una consultazione paziente-medico in tempo reale, non è una buona pratica medica». Ma la pratica, in ogni caso, non è esplicitamente vietata. «Le consultazioni medico-paziente in tempo reale rimangono fondamentali per una prescrizione sicura», si limitano ad affermare le linee guida.