Anche in Austria, come in Germania che dal Paese vicino ha preso ispirazione, lo screening dei contagi da covid si avvale dall’inizio del mese anche degli autotest antigenici rapidi, distribuiti in farmacia e rimborsati dal servizio sanitario. Tutti i nati dopo il 2006, in sintesi, possono recarsi in una delle 800 “apotheke” (il 60% del totale) che al momento hanno aderito alla campagna e ritirare una confezione da cinque autotest, dietro consegna del numero di previdenza sociale o della tessera sanitaria elettronica. La fornitura viene rinnovata a cadenza mensile e le farmacie ricevono un compenso di 10 euro a dispensazione (che copre anche il riconfezionamento, visto che i dispositivi vengono consegnati ai titolari in contenitori da dieci o più).
Gli autotest vanno ad affiancarsi ai tamponi antigenici rapidi che le farmacie austriache già offrono dall’inizio di febbraio (anche questi rimborsati dall’assistenza sanitaria) ma la richiesta con cui lunedì si è aperta la prima distribuzione fa credere che la preferenza degli austriaci vada alla modalità self test: la prima fornitura alle farmacie di tre milioni di dispositivi si sta rapidamente esaurendo (sono nove milioni gli abitanti del Paese di lingua tedesca) e i farmacisti si sono sobbarcati un impegno non indifferente a causa del riconfezionamento.
Da notare che in Austria chi si sottopone ad autotest è poi tenuto a registrare l’esito sulla propria cartella clinica elettronica e che, con una certa astuzia, il governo ha trovato il modo di incentivare l’assolvimento dell’onere burocratico: chi va dal parrucchiere, dal pedicure o si rivolge a un’estetista o un altro specialista della personal care, è tenuto a mostrare una stampata della cartella clinica che certifica l’esecuzione di un test antigenico (self o meno) con esito negativo non oltre i 15 giorni precedenti.