Il governo austriaco rimuoverà definitivamente la disposizione sull’obbligo della vaccinazione contro covid in vigore dallo scorso febbraio e poi sospesa. Lo ha annunciato il ministro della Salute, Johannes Rauch, secondo il quale la misura allontanava più che incentivare alla somministrazione. La legge, che avrebbe dovuto entrare in vigore dal 15 marzo, imponeva sanzioni fino a 3.600 euro a chi rifiutava di vaccinarsi contro covid. All’inizio del mese, tuttavia, il governo aveva riconosciuto che l’obbligo non era più proporzionato rispetto al livello di rischio della variante Omicron, all’epoca già prevalente nel Paese.
Il provvedimento, ha detto Rauch, ha diviso famiglie e comunità in un momento in cui, invece, occorrerebbe fare fronte comune contro i problemi del momento, dall’inflazione alla guerra in Ucraina. In vista delle nuove ondate di covid, ha continuato, occorre che la gente sia convinta dell’utilità del richiamo.
L’obbligo vaccinale, d’altronde, non ha impedito il calo delle somministrazioni, che da marzo si è fatto vistoso: l’altro ieri, solo 140 persone si sono vaccinate per la prima volta e 3.500 hanno ricevuto il richiamo (in Austria è vaccinato il 62,4% della popolazione).
Come in Italia, tuttavia, anche nel Paese di lingua tedesca i contagi hanno ricominciato a salire in modo preoccupante: l’incidenza nell’ultima settimana ha toccato i 550 casi per 100.000 abitanti e i ricoveri nei reparti ordinari sono in risalita.