Dall’inizio dell’anno le farmacie austriache possono dispensare farmaci dagli effetti letali ai pazienti che intendono ricorrere al suicidio assistito. E’ l’effetto della legge sull’eutanasia approvata a metà dicembre dal Parlamento di Vienna e in vigore dal primo gennaio, dopo che nel 2020 una sentenza della Corte costituzionale aveva cancellato ogni divieto al suicidio assistito e invitato il legislatore a varare una nuova normativa entro il 2021.
Le nuove disposizioni, in sintesi, continuano a bandire l’eutanasia attiva, praticata cioè da personale medico o sanitario; consentono tuttavia ai malati affetti da patologia terminale oppure cronica e fortemente debilitante, senza prospettiva di guarigione, di togliersi la vita con un farmaco letale. Per richiederlo occorre avere almeno 18 anni di età, disporre di una diagnosi medica, essersi consultati con due curanti – uno dei quali palliativista – e infine avere atteso 12 settimane. Trascorso tale periodo di riflessione l’interessato può redigere il proprio testamento davanti a un notaio o a un avvocato e quindi recarsi in farmacia per ricevere il farmaco. La legge, tuttavia, non impone la dispensazione del medicinale ai farmacisti, che quindi possono ricorrere all’obiezione di coscienza.
Secondo il ministro della Giustizia austriaco, Alma Zadić, la nuova legge rispetta la liberà di scelta dei pazienti e protegge contro ogni genere di abuso. Nessuno, ha aggiunto, dovrebbe scegliere il suicidio assistito se ci sono altre opzioni. Inoltre, ha concluso Zadić, il Governo ha investito 108 milioni di euro per il rafforzamento delle cure palliative e degli hospice.