A quarant’anni dall’ultimo aggiornamento (ma il testo quadro risale al 1906), è tempo di riforma per le 1.400 farmacie del territorio che operano in Austria: la nuova legge dovrebbe essere approvata dal Parlamento per fine febbraio e le novità principali comprendono orari di apertura più flessibili, la possibilità di affiancare all’esercizio principale un maggior numero di farmacie filiali (appartenenti allo stesso farmacista titolare) e l’erogazione di servizi sanitari di prossimità e di bassa complessità.
Partiamo dagli orari: il tetto passa da 48 a 72 ore settimanali, da distribuire tra le 6 e le 21 dal lunedì al venerdì e dalle 6 alle 18 il sabato. La pausa pranzo, oggi obbligatoria, sarà annullata e lo scopo complessivo della riforma è quello di ampliare l’accesso al farmaco nei giorni feriali e il fine settimana.
Altra novità, in farmacia potranno essere effettuati test diagnostici Poc (point of care) non soltanto per influenza e covid-19, ma anche per glicemie e colesterolemie. Questa offerta, è l’obiettivo del legislatore, dovrebbe facilitare la diagnosi precoce e la prevenzione, alleggerendo il carico di lavoro degli studi medici. Tra i nuovi servizi anche la revisione farmacologica, con l’obiettivo di consigliare e aiutare i politrattati.
Sale da uno a tre il numero di filiali che ogni farmacista titolare può aprire in aggiunta all’esercizio principale, come avviene in Germania. Vengono anche snelliti i requisiti strutturali (non è più obbligatoria la presenza del bagno, per esempio) ma rimangono le limitazioni già oggi in vigore: non si possono istituire filiali nei comuni già serviti da una farmacia principale e la licenza viene automaticamente revocata se a una distanza inferiore ai quattro chilometri viene aperta una nuova farmacia.
Per coprire l’assistenza nelle aree interne, la riforma consentirà poi alle farmacie principali di aprire “Dislozierte Abgabestellen”, ossia dispensari distaccati, dall’offerta limitata (farmaci su ricetta rinnovabile e per cronici) e orari di apertura ristretti, non oltre le dieci ore settimanali. Potranno essere aperti soltanto in zone dove non ci sono farmacie o studi medici autorizzati alla dispensazione e potranno essere ospitati in locali messi a disposizione dai comuni, anche nei municipi.
Novità anche a proposito di recapito a domicilio: finora l’home delivery era consentito sino a un raggio di sei chilometri dalla farmacia, con la riforma sparirà ogni limite ma la consegna è comunque consentita soltanto «nell’area servita dalla farmacia» e per «giustificate esigenze» dell’assistito, tra le quali il rischio di un avvio ritardato del trattamento. Infine, cambiano i requisiti per la titolarità: le nuove farmacie che apriranno dopo l’entrata in vigore della nuoa legge dovranno avere il 51% della proprietà in capo al farmacista titolare, mentre oggi è coinsentita la partecipazione di soci di capitale fino al 75% ma per un massimo di dieci anni.