Anche in Belgio le i farmacisti sono messi alla prova di tanto in tanto da indagini in stile Altroconsumo. E’ il caso della ricerca condotta da Test Achats (Prova d’acquisto) per valutare l’assistenza fornita dalle farmacie quando si acquistano autoanalisi per lo screening rapido dell’Hiv e del tumore al colon retto. Gli inviati dell’associazione hanno simulato l’acquisto di questi due prodotti in 101 farmacie belghe – 51 per un prodotto e le altre per il secondo – e i risultati, a leggere la relazione finale, non sono entusiasmanti.
Nel caso del test per il tumore del colon retto, scrive l’associazione, il farmacista avrebbe dovuto porre di routine cinque domande, dirette a verificare l’appropriatezza della richiesta. In 42 delle 51 farmacie visitate tuttavia il protocollo non è stato applicato con lo scrupolo dovuto, in 40 il test è stato dispensato senza obiezioni, in 32 non è stato fornito neanche un consiglio sull’utilizzo del prodotto, nonostante l’esecuzione del test e la lettura dei risultati non siano facili.
Nel secondo filone dell’indagine l’inviato di Test Achats si è presentato nelle altre 51 farmacie vestendo i panni di un omosessuale che aveva avuto un rapporto non protetto il giorno prima. In questo caso, ricordano gli autori del sondaggio, l’autotest è inutile perché dà risultati attendibili soltanto a tre mesi di distanza dall’evento a rischio. Ciò nonostante, 39 farmacisti non hanno approfondito le ragioni della richiesta, 32 hanno dispensato il test e 17 lo hanno fatto senza fornire indicazioni o informazioni sul prodotto. Soltanto tre farmacisti, specifica Test Achats, hanno consigliato al finto cliente di rivolgersi al suo medico di fiducia o, meglio, recarsi in un centro specializzato dove sottoporsi a un trattamento preventivo con antiretrovirali.
Come se non bastasse, gli autori dell’indagine sottolineano che in nessun caso i “finti clienti” sono stati invitati a proseguire il colloquio in un ambiente riservato, come vorrebbe la normativa belga; anzi, soventei la discussione si è svolta in presenza di altre persone. Dal canto suo, l’Apb (la Federfarma belga) si è difesa osservando che il numero delle farmacie coinvolte nell’indagine è basso (sono 4.830 gli esercizi in attività nel Paese) e che gli autotest vengono venduti non solo nei presidi dalal croce verde ma anche nei supermercati.