In Belgio quest’anno la stagione influenzale ha colpito duramente, con un incremento della mortalità del 10,8% e 2.561 decessi in più tra l’inizio di dicembre e la metà di febbraio rispetto alle aspettative. I dati arrivano da un articolo della rivista Le Pharmacien, che cita come fonte l’istituto di sanità pubblica Sciensano. In questo periodo, spiega il report, erano previsti oltre 23.800 decessi, ma ne sono stati registrati più di 26.300. Ogni anno, l’influenza colpisce in media 500.000 belgi, pari al 2-8% della popolazione.
Nonostante numeri in crescita, avvertono gli esperti, i dati sono in linea con le precedenti epidemie influenzali: nel 2018 il tasso di mortalità risultava in eccesso del 12,1%, nel 2017 e nel 2015 era rispettivamente del 17,7 e del 16%.
Secondo il virologo Marc Van Ranst, l’epidemia di quest’anno è stata più severa ma non eccezionale, pur rivelandosi la più pesante del post-covid. Se non altro, per tutto l’inverno è rimasta bassa la circolazione del coronavirus, un bene perché una maggiore diffusione avrebbe aumentato la pressione sul sistema sanitario.
La mortalità in eccesso ha colpito principalmente gli over 85, con un tasso del 14,9% (1.612 decessi aggiuntivi). Nella fascia 64-85 anni il tasso è stato del 7,1% (719 decessi in più), mentre tra gli under 64 si è registrato un aumento del 7,7% (224 decessi aggiuntivi).
Sciensano precisa che questi dati potrebbero ancora evolvere, poiché la stagione influenzale non è ancora conclusa. Secondo l’ultimo rapporto settimanale dell’istituto, l’incidenza delle visite mediche per sindrome influenzale è in diminuzione, raggiungendo un livello di “bassa attività”, ma ancora sopra la soglia epidemica. Tuttavia, le ospedalizzazioni per infezioni respiratorie acute severe continuano ad aumentare rispetto alla settimana precedente.