Circa il 20% dei farmaci e il 10% delle siringhe che il Belgio ha spedito in Ucraina dall’inizio del conflitto recava una data di scadenza sotto le tre settimane dall’invio e migliaia di altri articoli avevano validità per non più di cinque mesi. A rivelarlo un servizio del quotidiano belga Het Laatste Nieuws, poi di fatto confermato da ministro della Salute belga, Frank Vandenbrouck: a causa dell’urgenza, ha spiegato, si è deciso di inviare scorte di farmaci in scadenza, anche se la circostanza è stata debitamente comunicata: «Abbiamo fornito morfina e altri farmaci che in situazioni come quella ucraina vengono consumati velocemente» ha aggiunto Vandenbrouck «nella spedizione, è vero, c’erano prodotti la cui data di scadenza era vicina. Va sottolineato che tutto è stato fatto in buona fede e che l’Ucraina ha accettato questi prodotti».
Le scadenze ravvicinate, ha assicurato il Ministro, riguarderebbero soltanto il primo invio. Con le forniture successive, invece, sono stati rispettati i parametri previsti in tali circostanze, ossia almeno sei mesi di validità per il Belgio e 12 per l’Oms.
Rassicurazioni anche dal direttore dell’Aifa belga, Xavier Decuyper: «Le date di scadenza dei medicinali sono importanti, hanno un motivo per esserlo e devono essere rispettate quanto il più possibile. Ma, come con la maggior parte degli altri prodotti, superata la scadenza rimane un sufficiente margine di sicurezza, che non è un giorno, una settimana o un mese. Il vero dilemma riguarda le condizioni di conservazione dei farmaci, che possono incidere sulla loro efficacia senza però renderli pericolosi».