Anche in Belgio come già in Francia dieci giorni fa, le celebrazioni per la Festa nazionale si sono risolte in un commosso omaggio alle vittime e agli eroi della pandemia, cioè medici, farmacisti e sanitari. La ricorrenza era quella del 21 luglio, giornata in cui si ricorda la fine della II Guerra Mondiale, ma quest’anno niente parata né fuochi d’artificio. Soltanto una cerimonia ristretta e un “te deum” per ricordare i morti della pandemia, che nel Paese ha colpito più ferocemente del resto d’Europa: 64mila contagiati e poco meno di 10mila morti, a fronte di una popolazione di 11,5 milioni di abitanti.
A ringraziare il personale curante è stato invece il re Filippo del Belgio, che nel suo discorso si è rivolto ai medici, agli infermieri, ai farmacisti e agli altri operatori della sanità e della protezione civile definendoli «custodi delle nostre vite». Oggi più che mai, ha concluso il sovrano «è insieme che vogliamo vivere».