Consistente snellimento, in Belgio, per le norme che regolano la distribuzione delle farmacie sul territorio nazionale. Ad apportarlo il decreto del 16 gennaio, in vigore dai giorni scorsi. La novità più importante riguarda lo scioglimento della commissione consultiva cui spettava l’esame preliminare delle domande di apertura e trasferimento delle sedi: al suo posto sarà possibile indire consultazioni pubbliche tra la popolazione locale, per valutarne l’opinione rispetto alle eventuali modifiche del servizio.
Ma la novità più importante riguarda la gestione del quorum: con il decreto, ogni farmacia in attività viene identificata dalle sue coordinate gps, in modo da permettere così ai farmacisti di avere un quadro aggiornato della distribuzione degli esercizi sul territorio. E ogni nuova domanda di trasferimento verrà esaminata da un algoritmo che verificherà la sussistenza delle condizioni minime richieste: bacino di utenza, distanza dalle sedi già aperte e via di seguito.
La semplificazione riguarda anche le procedure: sparisce la necessità del parere del governatore e della commissione medica provinciale e l’iter si farà più snello e trasparente, cosa che dovrebbe portare nel tempo a una riduzione del contenzioso.
Proseguono infine gli sforzi per ridurre il quorum: in Belgio operano quasi cinquemila farmacie a fronte di una popolazione di quasi 11,5 milioni di abitanti, per una media di 2.400 residenti a esercizio. Da tempo si cerca di rialzare il rapporto con il divieto a nuove aperture ma finora i risultati sono stati scarsi (in tre anni ha chiuso “appena” una settantina di farmacie). La nuova legge, così, cerca di incentivare l’accorpamento tra farmacie concedendo al titolare che possiede più farmacie di unirne due e trasferire la restante in altra sede.