La Brexit non interromperà la circolazione tra Europa e Regno Unito di farmacisti, medici e infermieri. E’ l’orientamento abbracciato dal governo inglese nel Libro bianco pubblicato tre giorni fa da Londra per spiegare la road map della “secessione”: gli attuali regolamenti dell’Ue, come noto, sanciscono il reciproco riconoscimento dei titoli di sette professioni protette (oltre alle tre già citate, ostetriche, odontoiatri, architetti e veterinari). Con la Brexit, il Regno Unito non sarebbe più vincolato a tali disposizioni ma il governo May promette che verranno varati interventi per mantenere riconoscimento reciproco e libera circolazione di tali professionisti.
Nel Libro bianco, in particolare, l’esecutivo elogia tale sistema perché consente ai professionisti di esercitare anche oltreconfine senza la necessità di riqualificarsi. Dal 1997, ricorda il volume, la Gran Bretagna ha riconosciuto 142mila titoli di studio conseguiti da cittadini degli altri Paesi Ue, mentre ammontano a circa 27mila le qualifiche conseguite nello stesso periodo da cittadini britannici e riconosciute nel resto dell’Unione.
I progetti del governo, in sostanza, mirano a creare un nuovo sistema che copra «la stessa gamma di professioni contemplate dalla direttiva sulle qualifiche soggette a mutuo riconoscimento». Il sistema, in particolare, riguarderebbe le persone che vogliono lavorare in Uk in modo temporaneo o definitivo e consentirebbe ai professionisti di dimostrare che possiedono i titoli richiesti dalla legislazione britannica oppure frequentare corsi di aggiornamento con i quali coprire eventuali gap in materia di qualificazione professionale o formazione». Il Libro bianco promette il coinvolgimento di ordini professionali e associazioni di categoria nella costruzione del sistema.