In Canada quarantena e restrizioni sociali hanno comportato un aumento dei decessi per overdose che in alcune regioni arrivano anche un quarto. Lo rivela un articolo della Cbc, che riporta dati provenienti da fonti sanitarie: nella Columbia Britannica le morti per droga sono cresciute ad aprile del 39% rispetto a un anno prima; in Ontario nel periodo marzo-maggio i decessi per overdose sono cresciuti del 25%; in Alberta le chiamate al servizio di emergenza per problemi legati alla droga sono cresciute dalle 257 di marzo alle 550 di maggio.
All’origine del problema le difficoltà incontrate dai servizi per le tossicodipendenze a mantenere l’assistenza durante la pandemia: i centri di riferimento non hanno mai chiuso, ma distanziamento e lockdown hanno reso più complicati visite e consulti. A Toronto, per esempio, gli accessi ai servizi sono crollati da una media di cento al giorno a meno della metà.
I tossicodipendenti che non riescono a raggiungere i centri di assistenza non ricevono i farmaci con cui alleviare le crisi di astinenza e finiscono quindi per affidarsi agli spacciatori. Che sempre più spesso li riforniscono di sostanze di pessima qualità, contenenti di solito fentanil. «E’ un disastro di proporzioni epiche» commenta alla Cbc Guy Felicella, consulente clinico al Centro per le tossicodipendenze di Vancouver. «Per un tossicodipendente, sentirsi socialmente isolati e avere la paura di essere contagiati da covid è un’esperienza penosa» ha aggiunto Jennifer Brasch, psichiatra al St. Joseph Healthcare di Hamilton, Ontario «e quando le persone sono ansiose, il bisogno di droga cresce».
Health Canada ha allentato temporaneamente le restrizioni sulla prescrizione di alcuni farmaci impiegati per il trattamento delle dipendenze. Brasch ha detto che alcuni medici stanno anche prescrivendo morfina a rilascio lento con metadone per proteggere i pazienti dalle sostanze a base di fentanil distribuite nelle strade.