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Carenze, anche in Austria è allarme e i medici se la prendono con le farmacie

9 Ottobre 2019

Farmacisti nell’occhio del ciclone, in Austria, per le accuse lanciate da industriali e medici sulle presunte responsabilità dei titolari rispetto al problema delle carenze, sempre più sentite nel Paese di lingua tedesca. Ad aprire la “zuffa” verbale – secondo quanto riporta un articolo della rivista Daz.online – è stata la settimana scorsa una dichiarazione di Philipp von Lattorff, neoeletto presidente della Pharmig, la Farmindustria austriaca: la maggior parte delle carenze di approvvigionamento che si registrano in Austria, ha detto, va imputata a grossisti e farmacie, che acquistano e rivendono nei Paesi dove il differenziale di prezzo consente forti utili.

La frecciata è stata subito ripresa da Johannes Steinhart, presidente del Bundes Kurienobmann der niedergelassenen Ärzte, l’associazione sindacale dei medici specialisti, che in un comunicato ha espresso scandalo per il fatto che alcune farmacie austriache lucrano sul parallel trade. E’ evidente, accusa in particolare Steinhart, che alcune farmacie antepongono i propri interessi finanziari a quelli sanitari dei loro pazienti, aggravando ulteriormente le carenze di farmaci che si registrano in Austria. Di più, attacca il medico, lamentarsi da un lato delle strozzature che si registrano a monte nella filiera e poi esportare a fini speculativi «mette in discussione la credibilità dei farmacisti».

A strettissimo giro di posta la replica dell’Österreichische Apothekerkammer, l’associazione dei farmacisti austriaci, che in una contronota respinge le accuse al mittente: non sono le farmacie che vendono all’estero la causa delle strozzature che attanagliano gli approvvigionamenti, anche perché la legge vieta alle farmacie di fare intermediazione, tranne una minoranza che dispone di licenza per attività all’ingrosso. I farmacisti, dunque, sono tra le vittime e non tra i responsabili delle carenze, che li costringono a dedicare anche due ore al giorno per realizzare versioni galeniche dei farmaci più difficili da reperire.

Le ragioni all’origine di indisponibilità e colli di bottiglia, quindi, vanno cercate altrove. Innanzitutto, pesa la globalizzazione: le aziende farmaceutiche non producono più in Europa e spesso la produzione di un singolo principio attivo viene concentrata in uno o due siti industriali. La delocalizzazione interessa anche lo stoccaggio, che non avviene in Austria, ma in località estere. Infine, pesano i prezzi dei farmaci commercializzati sul mercato nazionale, nettamente inferiori a quelli praticati in altri Paesi. Come in Italia, dove però i farmacisti puntano più spesso il dito sul parallel trade.