Le farmacie europee continuano a fronteggiare livelli critici di carenze di farmaci, senza segnali di miglioramento rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dall’ultimo Medicine Shortages Report del Pgeu (Pharmaceutical Group of the European Union), che evidenzia un quadro allarmante: il 61% dei Paesi intervistati segnala che la situazione è rimasta invariata rispetto al 2023, anno già caratterizzato da un picco di indisponibilità.
Uno degli aspetti più critici è il crescente tempo che i farmacisti devono dedicare alla gestione delle carenze: in media, 11 ore a settimana per affrontare il problema. Un impegno che sottrae risorse ad altri servizi sanitari essenziali, ma che resta fondamentale per garantire ai pazienti l’accesso alle terapie necessarie.
L’indagine del Pgeu, condotta su un ampio campione di farmacie comunitarie europee, ha analizzato il fenomeno delle carenze e le strategie adottate dai farmacisti per mitigarne l’impatto. Tra le soluzioni più frequenti emergono il counselling ai pazienti sulle alternative disponibili, la ricerca di farmaci sostitutivi, la collaborazione con i medici per individuare opzioni terapeutiche adeguate e la negoziazione con le autorità sanitarie per il rimborso dei trattamenti alternativi.
Secondo Clare Fitzell, presidente del Pgeu, il fenomeno delle carenze ha raggiunto «uno stato di equilibrio inaccettabile per pazienti, farmacisti e medici: la situazione non sta peggiorando, ma nemmeno si sta risolvendo». Dietro ogni carenza, sottolinea Fitzell, «c’è un paziente preoccupato e un farmacista che si adopera per trovare una soluzione». Alcuni Paesi hanno già adottato misure legislative per ampliare il raggio d’azione dei farmacisti, consentendo la sostituzione con generici o la sostituzione terapeutica, strumenti che garantiscono risposte più rapide ai pazienti e valorizzano la competenza professionale dei farmacisti.
Nel 2024, un terzo dei Paesi europei ha introdotto nuove normative che concedono ai farmacisti maggiore flessibilità nella gestione delle carenze. Le nuove disposizioni permettono di modificare dosaggi e formulazioni, preparare farmaci galenici e attuare sostituzioni terapeutiche. Inoltre, il 20% dei Paesi sta lavorando a ulteriori riforme legislative per ampliare ulteriormente il ruolo dei farmacisti in questo ambito.
Fitzell ha ribadito l’importanza di un’azione politica decisa: «I farmacisti potrebbero fare molto di più se dotati degli strumenti e delle risorse necessarie. Servono maggiore trasparenza lungo la catena di approvvigionamento, meccanismi di segnalazione efficaci, competenze professionali avanzate e misure economiche per compensare l’impatto finanziario sulle farmacie».
Le istituzioni europee sono chiamate a intervenire rapidamente per rafforzare la resilienza della catena di approvvigionamento farmaceutico. In particolare, il Pgeu guarda con attenzione alla riforma della normativa farmaceutica dell’UE, al lavoro dell’Ema (Agenzia europea per i medicinali) e all’adozione del Critical Medicines Act, misure fondamentali per garantire la continuità nell’accesso ai farmaci per tutti i cittadini europei.