«La carenza di medicinali minaccia gravemente il diritto alle cure mediche essenziali dei pazienti perché genera disuguaglianze in base al Paese di residenza e può perturbare il Mercato unico». E’ quanto recita la risoluzione approvata ieri dall’Europarlamento in base alle risultanze del Rapporto approvato a metà luglio dalla commissione per l’Ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare. Ne dà notizia un comunicato diffuso ieri da Assogenerici, che plaude all’intervento: «La risoluzione del Parlamento Ue arriva nel momento giusto» osserva il presidente dell’associazione produttori, Enrique Häusermann «siamo già al lavoro con l’Agenzia Italiana del Farmaco per garantire un sistema di gestione delle carenze e delle indisponibilità con cui tutelare efficacemente la continuità di cura per i pazienti e garantire un sistema di controlli e monitoraggio più preciso, evitando appesantimenti burocratici ma avendo come faro la soluzione alle cause reali dell’indisponibilità di farmaci in talune aree terapeutiche».
A causa della delocalizzazione della produzione, recita il documento approvato ieri a Bruxelles, il 40% dei medicinali commercializzati nell’Unione proviene da Paesi terzi, il che si traduce in una perdita di indipendenza dell’Europa sul piano sanitario. «Sebbene l’Europa abbia una solida impronta produttiva» prosegue la risoluzione «la catena di approvvigionamento fa ricorso massiccio a subappaltatori all’esterno dell’Ue per la produzione delle materie prime, in considerazione del costo del lavoro inferiore e della presenza di norme ambientali meno rigorose, facendo sì che dal 60 all’80% dei principi attivi venga fabbricato al di fuori dell’Unione, segnatamente in Cina e in India». Risultato, «oggi questi due Paesi producono il 60% del paracetamolo, il 90% della penicillina e il 50% dell’ibuprofene di tutto il mondo»
Di qui il pressante invito alla Commissione Ue ad «adottare rapidamente le misure necessarie per ridurre la dipendenza nei confronti dei Paesi terzi»: in particolare, bisogna «elaborare una mappatura dei siti di produzione dell’Ue nei Paesi terzi e dei siti di produzione esistenti e potenziali nell’Ue, per poter sostenere, modernizzare e rafforzare le loro capacità». Ma soprattutto, occorre «rafforzare il mercato europeo dei medicinali al fine di accelerare l’accesso dei pazienti, rendere l’assistenza sanitaria economicamente più accessibile, ottimizzare il risparmio nei bilanci dei sistemi sanitari nazionali ed evitare oneri amministrativi alle aziende farmaceutiche».