Il contratto siglato dalla Commissione Ue con AstraZeneca resterà in vigore fino alla consegna dell’ultima dose pattuita. Lo ha ricordato ieri un portavoce di Bruxelles dopo le parole del commissario Thierry Breton, che in un’intervista all’emittente France Inter aveva annunciato la decisione di non rinnovare il rapporto commerciale con l’azienda anglo-svedese: «Il vaccino è molto interessante» ha chiarito il responsabile per il Mercato interno «in particolare per le condizioni logistiche e le temperature. Noi però non abbiamo rinnovato l’ordine dopo giugno, vedremo che succede».
«Il vaccino AstraZeneca è importante per il nostro portafoglio e viene somministrato a migliaia di europei» ha ricordato dal canto suo il portavoce Ue «la società non ha rispettato gli impegni contrattuali e per questo la Commissione ha avviato un’azione giudiziaria. In passato abbiamo deciso di non esercitare l’opzione per l’acquisto di 100 milioni di dosi aggiuntive, ma non ci possiamo pronunciare per il futuro».
Intanto in Germania è polemica a distanza tra ministero della Sanità e Stiko – la Commissione permanente per i vaccini del Robert Koch Institute – sulle fasce d’età cui destinare il Johnson&Johson. Il dicastero ha deciso ieri di revocare il limite dei 60 anni per il vaccino dell’azienda americana, come aveva fatto giovedì scorso per l’AtraZeneca; la Stiko invece si accingerebbe a emanare un nuovo parere nel quale conferma le raccomandazioni espresse dopo l’ultima revisione dell’Ema. «Non credo sia giusto rimuovere i limiti e non è condivisibile la tesi secondo la quale è maggiore il rischio di essere contagiati da covid piuttosto che incorrere in effetti avversi» ha detto al quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung Thomas Mertens, presidente della Stiko.
Il ministro della Sanità, Jens Spahn, ha ricordato invece che da giugno dovrebbero arrivare dieci milioni di vaccino Johnson&Johnson, ma il 60% degli over 60 risulta già vaccinato e per l’inizio del prossimo mese si dovrebbe arrivare all’80-90%, ossia la saturazione di questa classe d’età considerata l’immancabile quota di no-vax. E’ quindi necessario, ha detto Spahn, aprire AstraZeneca e J&J anche ai più giovani, su base volontaria (i vaccinandi potranno decidere quale prodotto farsi iniettare) e previo assenso del medico curante.