Non c’è soltanto l’Italia a “bucare” gli appuntamenti con le innovazioni tecnologiche. Anche l’Europa sa fare le sue belle topiche, come rivelano le stime provenienti dai principali Paesi Ue sui preparativi per il passaggio al nuovo sistema europeo di tracciatura dei medicinali. Di che cosa si tratti è noto: per contrastare l’ingresso nella filiera distributiva del farmaco di prodotti contraffatti, la direttiva 2011/62 ha disegnato un sistema di sorveglianza imperniato su una rete europea di banche dati nazionali e sulla targatura delle confezioni mediante codice datamatrix (Qr code); le aziende produttrici caricano sui database nazionali (chiamati Nmvo) i codici dei farmaci immessi in commercio, i distributori intermedi verificano la validità di tali codici quando i prodotti passano dai loro depositi, le farmacie scaricano e chiudono i codici quando dispensano le singole confezioni.
Il sistema e l’operatività collegata dovrebbe entrare in vigore da domani nella maggior parte dei Paesi Ue (sono esentati Italia, Grecia e Belgio, che entreranno dal 2025 perché già dispongono di sistemi nazionali di targatura), ma gli aggiornamenti che arrivano dai singoli Stati inducono a ritenere che la partenza sarà accidentata. In Gran Bretagna, per esempio, è dei giorni scorsi la notizia che più della metà delle farmacie non si è ancora accreditata alla piattaforma dove vengono archiviati i codici datamatrix delle confezioni. In base a quanto scrive la direttiva, le farmacie degli Stati Ue coinvolti nel sistema non soltanto dovrebbero essere registrate alle banche dati nazionali, ma dovrebbero anche avere in dotazione scanner e gestionali capaci di leggere i codici Qr e dialogare con le piattaforme per verifica e chiusura dei datamatrix. Secondo Gino Martini, ricercatore capo della Royal pharmaceutical society, all’origine dei pochi accreditamenti ci sarebbe l’effetto Brexit: «I farmacisti sono in attesa di vedere cosa succede».
Non può appellarsi alla Brexit la Francia, dove i preparativi risultano fermi a uno stadio ancora più remoto. Da mesi, infatti, i sindacati dei titolari di farmacia (Fspf e Uspo) si rifiutano di accettare le incombenze che il sistema delega alle farmacie perché temono ricadute nei rapporti con i pazienti: se per ogni scatola la farmacia deve leggere il codice datamatrix con lo scanner 2D e aspettare che la banca dati ne confermi la genuinità, è il ragionamento delle due sigle, si rischiano code al banco e reclami a non finire. E poi, solo due farmacie su tre sarebbero fornite di scanner capaci di leggere i Qr code. Fspf e Uspo, così, hanno proposto al ministero della Salute soluzioni alternative – verifica e chiusura dei codici all’arrivo delle confezioni in farmacia anziché alla dispensazione, oppure registrazione automatica dei codici nel dossier farmaceutico del paziente, così è tracciato il percorso del medicinale fino all’utilizzatore finale – ma in entrambi i casi si tratta di proposte non contemplate dalla direttiva. Il Ministero si è preso del tempo per valutare e così le software house non hanno ancora ricevuto le determine tecniche per adeguare i gestionali. Come scrive le Quotidien du pharmacien, dal dicastero arrivano in ogni caso rassicurazioni informali: visto che le confezioni con codice datamatrix hanno appena cominciato a circolare, non c’è urgenza di passare al nuovo sistema ed eventuali ispezioni terranno conto dei ritardi.
La Germania, invece, sembra confermare ancora una volta la sua proverbiale aura di efficienza: tutte le farmacie risulterebbero aggiornate per hardware e software e la banca dati nazionale è già operativa. In una comunicazione diffusa nei giorni scorsi, la società appaltatrice della piattaforma ha stimato in un 10% circa la quota di confezioni farmaceutiche con datamatrix già in circolazione nel Paese. Si tratta però, ha avvertito, di codici emessi in gran parte dalle aziende produttrici per simulazioni, oppure di provenienza extra-Ue (per esempio da aziende indiane). In caso il farmacista ricevesse messaggi di errore, quindi, il consiglio è ripiegare sulla scansione del vecchio codice a barre, che continuerà a essere stampato sulle confezioni.