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Dispensazione di etici senza ricetta, delude il decreto francese

26 Maggio 2021

C’è delusione, tra i farmacisti francesi, per il decreto che l’11 maggio scorso ha dettato le disposizioni attuative della “dispensazione guidata” (dispensation protocolisée), il servizio introdotto dalla legge del 2019 sulla riorganizzazione del sistema sanitario che consente ai farmacisti di dispensare anche senza ricetta alcuni farmaci con obbligo di prescrizione.

Il fatto, come riferisce un articolo del Quotidien du pharmacien, è che il decreto limita tale facoltà a due patologie soltanto – la cistite nelle donne di età compresa tra 16 e 65 anni e il dolore faringeo in tutte le pazienti tra i 6 e i 45 anni – e a una ristretta lista di antibiotici indicati per il loro trattamento, tra i quali fosfomicina trometamolo, azitromicina, claritromicina e josamicina.

Non solo: la dispensazione senza ricetta – avverte ancora il decreto – è consentita soltanto ai farmacisti fanno parte di una rete per l’esercizio professionale coordinato, una delle novità introdotte dalla già citata legge del 2019. In estrema sintesi, si tratta di équipe multiprofessionali dell’assistenza primaria organizzate in qualcosa di simile alle nostre Case della salute, con le quali le farmacie del medesimo territorio possono avviare forme di collaborazione e coordinamento tra le quali – appunto – la dispensazione guidata.

Alla Fspf (Fédération des syndicats pharmaceutiques de France) il decreto però non è piaciuto per nulla, anche se due anni fa aveva lottato a lungo per ottenere quella norma. Con queste restrizioni, osserva il presidente Philippe Besset, le farmacie che possono avvalersi della dispensazione senza ricetta non sono più di una decina in tutta la Francia, anche perché tra gli obblighi c’è anche quello che il farmacista abbia accesso al gestionale del medico. «Ogni speranza della professione di essere in grado di rispondere a cure non programmate» è la conclusione del sindacalista «sta svanendo».