In cinque Paesi europei le analisi delle acque reflue hanno rivelato tracce del virus della poliomielite sebbene nessuno di tali Stati abbia registrato alcun caso di infezione. È l’allarme che arriva dall’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, assieme all’invito ai Paesi membri di proseguire negli sforzi di sorveglianza e vaccinazione. L’episodio più recente riguarda la Finlandia, dove il 9 dicembre le autorità sanitarie pubbliche hanno segnalato la presenza di poliovirus in alcuni campioni di acque reflue. In precedenza, tra settembre e novembre, rilevazioni dello stesso genere erano arrivate da Spagna, Polonia, Germania e Regno Unito. «Ad oggi» sottolinea comunque l’Ecdc «non si registrano casi di poliomielite umana e l’Ue/See (Spezio economico europeo) continua a essere libera dalla poliomielite».
Dall’analisi genetica, prosegue il rapporto, ci sono due principali spiegazioni possibili per queste osservazioni: immissioni multiple da una regione dove il virus sta circolando, oppure un’unica immissione seguita da una diffusione a livello comunitario.
Sebbene siano in corso indagini genetiche, spiega l’Ecdc, per limitare il rischio di reintroduzione e trasmissione prolungata del poliovirus nell’Ue/See è fondamentale mantenere un’elevata copertura vaccinale nella popolazione generale e aumentare la copertura vaccinale in popolazioni specifiche che hanno tassi di vaccinazione più bassi.
«In particolare, dovrebbe essere prestata attenzione alla protezione dei bambini attraverso la somministrazione tempestiva di vaccini contenenti polio inclusi nei programmi di vaccinazione di routine per l’infanzia in tutti i paesi dell’Ue/See». I Paesi membri, prosegue l’Ecdc, dovrebbero rivedere i loro dati sulla copertura vaccinale contro la polio, anche a livello subnazionale, e garantire che non vi siano lacune immunitarie nella popolazione e che ci sia la capacità di identificare la circolazione del virus attraverso sistemi di sorveglianza efficienti.
Le autorità nazionali di sanità pubblica, infine, dovrebbero monitorare costantemente la copertura vaccinale e proseguire gli sforzi per creare sistemi di informazione sulle vaccinazioni in grado di identificare le persone non vaccinate e parzialmente vaccinate.