Alla viglia delle elezioni politiche di un anno fa, in molti osservarono con rammarico che la Sanità era stata trascurata da quasi tutti i programmi dei principali schieramenti. Alle elezioni europee del prossimo maggio, invece, la salute potrebbe ricevere ben altra attenzione. Induce a ritenerlo il programma che Die Linke, partito della sinistra radicale tedesca appartenente al gruppo parlamentare Gue/Ngl (Sinistra unitaria europea, dove militano Sinistra italiana, Rifondazione comunista e progressisti indipendenti) ha presentato domenica scorsa a Bonn nella convention elettorale del partito. Come riferisce un articolo della rivista specializzata Deutsche apotheker zeitung, la piattaforma messa a punto da Die Linke (La Sinistra) individua in tema di Sanità alcune misure che attireranno certamente l’interesse dei farmacisti tedeschi. E forse, anche di quelli italiani.
E’ il caso, per esempio, della proposta di affidare all’Europa la negoziazione dei prezzi dei farmaci, in modo da annullare ogni differenza da Paese a Paese. «Abbiamo bisogno di un’Europa attiva sui costi dei farmaci» è la tesi «e abbiamo bisogno di interventi urgenti sui generici», sempre allo scopo di tenere bassi i prezzi dei branded. D’impatto (sempre per i farmacisti tedeschi e italiani) anche la proposta di procedere alla nazionalizzazione di tutte le società che traggono profitti dalla sanità pubblica. Sul punto il programma di Die Linke risulta particolarmente vago, ma fonti della Deutsche apotheker zeitung contattate da FPress assicurano che l’obiettivo dell’intervento sarebbero assicurazioni, cliniche private e soprattutto le catene di farmacia delle grandi multinazionali (oppure DocMorris, la farmacia online olandese che vende in tutta europa). Non avrebbero invece niente di cui preoccuparsi le farmacie del territorio, che il partito tedesco ha sempre considerato con benevolenza: i farmacisti titolari sono professionisti della salute che lavorano al servizio del pubblico, le multinazionali invece hanno cercherebbero nel tempo di condizionare i sistemi sanitarli anziché servirli.
Per lo stesso motivo, infine, Die Linke è recisamente contraria a ogni liberalizzazione della Sanità. «A partire dagli anni ’90» ricorda il partito «il settore sanitario è stato sempre più soggetto al mercato e alla concorrenza. L’aspettativa di vita delle persone più povere è diminuita e le morti prevenibili sono aumentate. Strutture e ospedali sono stati chiusi perché non più “redditizi”. E l’offerta di cure e servizi è peggiorata».