Mentre in Belgio la legge che dall’aprile scorso vietava le esportazioni ai distributori farmaceutici si infrange sugli scogli dell’illegittimità con i trattati Ue, in Austria il governo tenta di imboccare la stessa strada con un progetto di decreto che impone ai grossisti nazionali paletti più severi. In particolare – secondo quanto riferisce un articolo della rivista tedesca Daz.online – il testo obbliga le imprese produttrici a segnalare all’Ufficio federale per la sicurezza sanitaria (Basg, Bundesamt für Sicherheit im Gesundheitswesen) eventuali carenze nelle forniture per periodi superiori alle due o quattro settimane, a seconda del livello di indisponibilità.
Sulla base delle segnalazioni, Il Basg pubblica sul proprio sito un elenco dei medicinali (con obbligo di ricetta) soggetti a carenza, che viene aggiornato quando l’impresa comunica il ritorno alle normali condizioni di approvvigionamento. L’Ufficio, inoltre, vigila sulle aziende perché segnalino con tempestività le indisponibilità che interessano i loro farmaci. Infine, il decreto vieta ai distributori austriaci l’esportazione dei farmaci riportati nella lista verso altri Paesi dello spazio economico europeo.
La bozza di decreto è ora nella fase della consultazione pubblica, per consentire ai soggetti interessati – autorità europee comprese – la possibilità di commentare e proporre modifiche. Secndo quanto riporta Daz.online, c’è scetticismo sulla possibilità che il provvedimento possa superare il vaglio dell’Ue. Anche i distributori austriaci, poi, sono particolarmente critici verso il decreto, che li addita a principali responsabili del parallel trade. In Austria ci si accapiglia da tempo sulle colpe delle carenze e se i grossisti fanno notare che nel Paese opera una cinquantina di farmacie con autorizzazione a svolgere attività all’ingrosso, diverse aziende produttrici hanno cominciato da un po’ a rifornire direttamente i farmacisti senza passare per gli intermediari. Sembra di vedere la replica in lingua tedesca di un film in italiano.