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Servizi, in Francia bene le vaccinazioni ma non le consulenze

25 Giugno 2024

Le farmacie francesi investono nei servizi (che Oltralpe vengono chiamate “missioni”) ma mostrano di credere soltanto in alcuni e molto meno in altri. È quanto rivela l’indagine condotta da Gers Data per l’Unpf (Union nationale des pharmaciens de France) su un campione di 300 titolari di farmacia, intervistati tra marzo e aprile per indagare i loro orientamenti in tema di servizi.

La prima evidenza a emergere è la disponibilità delle farmacie a investire: la quasi totalità del campione (99,7%) dichiara di averlo fatto con un occhio rivolto soprattutto alle nuove “missioni”. Il 22% dei titolari afferma di aver investito più di 100mila euro nella propria farmacia negli ultimi tre anni e il 19% più di 30mila. Per oltre la metà dei farmacisti, queste cifre superano almeno del 50% quanto erano soliti investire negli anni precedenti.

Ci sono però anche alcune ombre. Per esempio, non tutti i servizi trovano i farmacisti altrettanto convinti: le vaccinazioni sono offerte dal 94% degli intervistati, lo screening del cancro al colon-retto conta l’adesione del 90% delle farmacie. Al contrario, le consulenze per l’aderenza terapeutica o il corretto uso dei farmaci faticano a convincere: soltanto il 22% dei farmacisti, per esempio, propone la consulenza per le donne in gravidanza e le percentuali sono ancora inferiori per altri colloqui.

I motivi? Soprattutto economici, secondo il sondaggio: il 55% dei farmacisti afferma di non avere risorse sufficienti per portarli a termine e più di sei titolari su dieci (62%) citano la mancanza di evidenze sui ritorni economici di questi servizi. Ma pesano anche la mancanza di personale (54%) e l’indisponibilità di spazi (28%). Tre quarti dei farmacisti intervistati, tuttavia, dichiarano di avere investito nell’ampliamento o nel rinnovamento dei locali e nella formazione del personale, oppure di volerlo fare.

Ma per la maggioranza del campione (77%) un aumento della remunerazione per queste misisoni accrescerebbe l’interesse. «La farmacia deve potersi proiettare con prospettive economiche adeguate, che purtroppo i recenti negoziati per il rinnovo della convenzione nazionale con l’assicurazione sanitaria non hanno concesso» dice al Quotidien du pharmacien il presidente dell’Unpf, Christophe Le Gall «occorrerà allora una mobilitazione continua, per una remunerazione proporzionata alle esigenze della rete e alle missioni che le autorità pubbliche desiderano affidare alle farmacie».