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Farmacie inglesi sotto stress, cresce la pratica di fare pause intermittenti

21 Marzo 2020

L’emergenza epidemica da covid-19 comincia a mettere sotto pressione anche le farmacie inglesi, che sempre più spesso chiudono a intermittenza durante la giornata per riorganizzarsi, concedere una sosta al personale e sanificare gli ambienti. Ne riferisce un articolo pubblicato ieri dal Pharmaceutical Journal, la rivista della Royal pharmaceutical society: «Una breve chiusura, magari nella pausa del pranzo, permette alla farmacia di “ripristinare” il servizio e al personale di recuperare le forze per la loro sicurezza» spiega Nick Hunter, amministratore delegato delle Commissioni farmaceutiche locali (Lpc) delle contee di Nottinghamshire, Rotherham e Doncaster.

Peter Prokopa, amministratore delegato del Lpc di South Staffordshire, ha autorizzato le farmacie della contea a lavorare a “battenti chiusi” in caso di difficoltà estreme, oppure in alternativa contingentare gli ingressi. La disposizione, spiega al Pharmaceutical Journal, è stata adottata per tranquillizzare i proprietari, sempre più preoccupati per la sostenibilità del servizio e la sicurezza del loro personale.

Anche la Community Pharmacy Scotland, l’ente che rappresenta le farmacie scozzesi, ha avviato un confronto con il governo di Edimburgo per concordare un nuovo sistema di orari che consenta agli esercizi di chiudere per un paio d’ore nella giornata allo scopo di sanificare e «riorganizzarsi». Per Deborah Crockford, amministratore delegato della Community Pharmacy South Central, in questo periodo i farmacisti sono sotto pressione come a Natale e Pasqua messi assieme: «C’è un’enorme richiesta di consegne a domicilio» commenta al Pharmaceutical Journal «e tra gli assistiti c’è anche chi arriva a chiedere alla farmacia il recapito a casa della ricetta, cosa che non è consentita».

Aneet Kapoor, presidente del Lpc Greater Manchester, riferisce che un numero crescente delle sue farmacie «sta valutando come utilizzare il servizio a battenti chiusi per gestire gli accessi: le ricette non urgenti vengono raccolte all’ingresso e si chiede all’assistito di tornare a un’ora concordata; in questo modo si snellisce il traffico e si garantisce al personale lo spazio per lavorare con tranquillità».

Ci sono però anche altre preoccupazioni: «Se nelle prossime 24 ore il Nhs (il servizio sanitario britannico, ndr) non fornisce chiarimenti in merito a pagamenti e semplificazioni burocratiche» riprende Nick Hunter «molte farmacie saranno costrette a chiudere». In particolare, servono finanziamenti per retribuire gli straordinari, pagare i collaboratori a chiamata (reclutati per coprire assenze o rinforzare gli organici davanti a ingressi sempre più folti) e infine saldare le fatture dei grossisti, sempre più onerose a causa delle ricette in forte crescita.