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Farmacista prescrittore, in Inghilterra problemi e frustrazioni

7 Settembre 2024

Manca poco più di un anno all’entrata in vigore della riforma che, in Inghilterra, dal 2026 riconoscerà la qualifica di prescrittore a tutti i farmacisti del territorio che conseguiranno l’abilitazione, ma intanto tra chi già oggi prescrive crescono frustrazione e insoddisfazione. Lo rivela un servizio del Pharmaceutical Journal, la rivista della Royal pharmaceutical society, che analizza limiti e ostacoli della “independent prescribing” (prescrizione indipendente) ossia l’abilitazione che consente ai farmacisti di compilare ricette farmaci senza il preventivo avallo di un medico.

Il bilancio oggi e i problemi dei farmacisti del territorio

Un sondaggio condotto tra 1.372 farmacisti del Regno Unito tra il 15 e il 30 aprile scorso rivela che solo un farmacista del territorio su sei è attualmente qualificato per prescrivere, contro il 53% dei farmacisti ospedalieri e il 71% dei farmacisti di medicina generale (cioè che lavorano nelle medicine di gruppo). Quasi un terzo dei farmacisti del territorio, inoltre, dice di non essere interessato a diventare un prescrittore indipendente e tra gli ostacoli che per gli intervistati scoraggiano a conseguire l’abilitazione figurano la difficoltà di reperire un prescrittore designato con cui qualificarsi (52%) e la mancanza di tempo per seguire il corso (48%). In aggiunta, non sono molte le farmacie che offrono servizi (in convenzione con il Nhs) nell’ambito dei quali il farmacista può prescrivere, cosa che rende la qualifica di prescrittore indipendente poco utile e quindi poco ricercata.

Non si riscontra lo stesso quadro in altre regioni del Regno Unito, come Galles e Scozia, dove sono stati implementati con successo programmi di prescrizione indipendente nelle farmacie del territorio. In Scozia, per esempio, c’è il servizio “Pharmacy First Plus” che ha per obiettivo quello di arrivare entro il 20230 a disporre di un farmacista prescrittore in ogni farmacia. L’attività prescrittiva, inoltre, è sostenuta da servizi rimbosati dal sistema sanitario che fanno perno sulla prescrizione del farmacista.

Diversi esperti citati dal Pharmaceutical Journal suggeriscono che per funzionare, la riforma dovrà essere sostenuta da servizi convenzionati in cui i farmacisti possano utilizzare davvero le loro competenze di prescrittore. L’Nhs ha lanciato a tal fine un “percorso per la prescrizione indipendente”, ma i progressi sono stati lenti. Decisivi, avverte il reportage, saranno quindi la reperibilità dei supervisori che seguono i farmacisti in formazione e la creazione di opportunità reali per usare le competenze conseguite con l’abilitazione.

In conclusione, l’articolo suggerisce che senza un’implementazione adeguata e una chiara pianificazione strategica, l’espansione della prescrizione indipendente tra i farmacisti del territorio rischia di restare al palo. Sarà cruciale sviluppare un quadro di sviluppo professionale continuo e garantire che i farmacisti abbiano il supporto e le opportunità necessarie per crescere nel loro ruolo di prescrittori indipendenti, seguendo l’esempio positivo di Galles e Scozia.