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Francia, 130 milioni al mese per le farmacie da test rapidi, mascherine e vaccini

24 Marzo 2021

Ammonta a 130 milioni di euro la remunerazione aggiuntiva che le farmacie francesi si apprestano a ricevere ogni mese per i cosiddetti servizi covid, ossia l’erogazione dei tamponi rapidi, la distribuzione delle mascherine di Stato e la vaccinazione contro covid (che partirà a breve non la ripresa delle somministrazioni di AstraZeneca). E’ il bilancio fornito ieri in videoconferenza dalla Fspf (Fédération des syndicats pharmaceutiques de France), che parla di sorpresa inaspettata a fronte di una nuova contrazione della marginalità sul farmaco rimborsato.

L’incontro è servito al sindacato titolari per fare il punto sull’andamento economico delle imprese dalla croce verde: «I test antigenici» ha spiegato Phillippe Besset, presidente della Fspf «portano ogni mese 60 milioni di euro alle 11mila farmacie che li effettuano; la distribuzione delle maschere, assicurata da tutti gli esercizi del territorio, vale 15 milioni di euro e i vaccini, che saranno presto somministrati in 18mila farmacie, assicureranno un ulteriore introito di 60 milioni di euro al mese».

I totali discendono dalle tariffe negoziate dalle farmacie con la Cnam, la Cassa malattia: per i test rapidi, i farmacisti ricevono un compenso di 33,49 euro a esame, 26 per l’atto professionale e 7,49 per il dispositivo (ma la mutua vorrebbe abbassare la remunerazione del 20%); per le mascherine, il servizio pubblico rimborsa 5,28 euro lordi i pacchi da 30 pezzi e 7,39 i pacchi da 50; infine, la vaccinazione anti-covid prevede un compenso di 7,90 euro per l’atto professionale più 5,40 per le pratiche burocratiche.

Di fatto, è il giudizio della Fspf, queste cifre rappresentano una boccata di ossigeno per le imprese dalla croce verde, che continuano a soffrire l’erosione della marginalità sul farmaco rimborsato: i dati forniti dal sindacato parlano di un calo del 2,45% del fatturato a gennaio 2021 sullo stesso mese dell’anno precedente e del 3,83% a febbraio. «Marzo non dovrebbe andare meglio» commenta Besset «anzi temiamo che si rivelerà ancora più catastrofico».