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Francia, adesioni allo sciopero generale dei farmacisti sopra il 90%

31 Maggio 2024

Farmaci che continuano a mancare, farmacie che chiudono, medici di famiglia che si ritirano e non vengono sostituiti, costi di gestione in aumento, progetti del governo che parlano di liberalizzazione della distribuzione farmaceutica, soprattutto online. Sono i motivi del malumore che i farmacisti hanno portato ieri in piazza con la giornata di sciopero nazionale che ha visto la partecipazione di quasi tutte le sigle della professione, dai sindacati dei titolari alle associazioni degli studenti passando per le federazioni delle reti e dei gruppi di acquisto.

Migliaia, secondo la stampa di settore, i farmacisti che non solo a Parigi ma anche a Lille, Lione, Limoges, Nantes, Angers, Tours, Rennes e in molte altre città hanno manifestato per denunciare le crescenti difficoltà con cui le farmacie devono fare i conti. A Lille, come racconta il Quotidien du pharmacien, tra i 3.000 e i 3.500 farmacisti si sono riuniti in Place de la République per raggiungere la sede dell’autorità sanitaria regionale. Le adesioni allo sciopero hanno toccato quote del 90%, che si spiegano anche con il fatto che in un anno in questa parte della Francia hanno chiuso 50 farmacie.

A Lione, farmacisti e studenti si sono riuniti in Place d’Arsonval, davanti all’ospedale Édouard Herriot e alla facoltà di farmacia. Secondo polizia e sindacati erano più di 400. Nella regione Alvernia-Rodano-Alpi, i sindacati dei farmacisti titolari hanno registrato 30 chiusure nel 2023.

A Limoges (Haute-Vienne), sono scesi in piazza circa 400 farmacisti titolari, per un’adesione di oltre il 95%. Un lungo striscione steso a metà corteo ha dato voce alle apprensioni della professione: «I deserti farmaceutici, la carenza di farmaci, la sanità a prezzo scontato. La nostra lotta, la vostra salute».

A Nantes hanno manifestato per le vie del centro oltre 600 farmacisti e il corteo ha vissuto un breve momento di tensione quando è passato davanti alla farmacia Madeleine, che serve l’ospedale universitario ed è rimasta aperta (anche se con la croce spenta) per dare assistenza alle pazienti dimesse dalla maternità. Nella regione il tasso di partecipazione allo sciopero ha toccato il 94%, scrive il Quotidien du pharmacien.

Ad Angers hanno manifestato circa 400-500 farmacisti, che hanno sfilato in un corteo animato soprattutto dagli studenti. Delegazioni dell’Uspo e della Fspf (i due sindacati nazionali dei titolari) e del Consiglio regionale dell’ordine sono stati ricevuti dalla Prefettura.

Capolinea in Prefettura anche per il corteo di oltre 500 persone che ha manifestato a Tours, dove sono rimaste aperte una quindicina di farmacie anche se lo sciopero ha raccolto una partecipazione pari al 95% della professione. Un migliaio invece i farmacisti che sono sfilati a Rennes, dove la partecipazione è stata colorata e rumorosa.

Ma il corteo che ha registrato il maggio numero di partecipanti è stato ovviamente quello che ha attraversato le strade di Parigi, dove si sono contate oltre tremila presenze. La manifestazione è partita dalla facoltà di farmacia dell’università Paris V ed è arrivata a Bercy, dove ha sede il ministero dell’Economia: una delegazione di farmacisti, che comprendeva i due sindacati nazionali dei titolari, è stata ricevuta dal delegato del Ministro per gli affari economici.

«In dieci anni abbiamo perso 2.000 farmacie e i farmacisti vogliono continuare a investire nella loro professione e non andare in pensione senza niente» ha ricordato Philippe Besset, presidente della Fspf. Un governo che non ascolta i farmacisti, ha detto invece Pierre-Olivier Variot, presidente dell’Uspo, «è un governo che vuole distruggere la farmacia».