Cala, in Francia, il consumo di antibiotici nelle cure primarie, -3,3% in dosi definite giornaliere nel 2023 rispetto all’anno precedente a fronte di una sostanziale stabilità delle prescrizioni (-0,2%). I dati arrivano da Santé publique France e ripropongono un trend che era già emerso prima della pandemia e s’era momentaneamente interrotto nel 2021 e 2022.
La tendenza, avvertono tuttavia le autorità, potrebbe essere anche spiegata «dalla minore incidenza di infezioni invernali» nella passata stagione, considerato che comunque si rilevano forti disparità a seconda delle età e delle regioni. In particolare, sono diminuite le prescrizioni di antibiotici tra i bambini sotto i 5 anni ma, allo stesso tempo, è aumentato il consumo negli over 65. Si notano anche «consumi complessivamente più elevati tra le donne piuttosto che tra gli uomini» e «consumi e prescrizioni più elevati nelle regioni della Corsica e della Provenza-Alpi-Costa Azzurra».
Inoltre, se le prescrizioni di antibiotici calano tra i medici di famigia (-1,3%), crescono invece tra gli specialisti (+4,6%) e gli odontoiatri (+1,4%). Nel 2023, quasi 27 milioni di pazienti avranno avuto almeno una prescrizione di antibiotici nel corso dell’anno, ovvero circa il 40% della popolazione totale. Tra i più prescritti l’amoxicillina (38,5% delle prescrizioni), i macrolidi (16,7%) e la combinazione amoxicillina/acido clavulanico (15,6%). Si tratta, sottolinea Santé publique France, «di categorie di antibiotici che generano forte resistenza e la cui prescrizione dovrebbe essere limitata».