Amoxicillina e corticosteroidi ancora soggetti a rotture di stock, approvvigionamenti di paracetamolo tornati alla normalità. È l’aggiornamento delle indisponibilità che gravano sulle farmacie francesi secondo l’Uspo (Union des syndicats de pharmaciens d’officine), che ieri ha convocato una conferenza stampa per fare il punto della situazione. Nelle ultime settimane, ha detto il presidente del sindacato, Pierre-Olivier Variot, i consumi di paracetamolo hanno imboccato una curva discendente a causa dell’andamento della stagione influenzale, con l’epidemia di bronchiolite in progressivo spegnimento e i casi di influenza che hanno ripreso a scendere sia sul territorio sia negli ospedali.
Le forniture dell’analgesico, così, sono tornate alla normalità, con l’80% degli ordini che passa dal canale degli acquisti diretti e la quota restante dai grossisti. «Ma le tensioni osservate nelle ultime settimane» osserva Variot «sono dovute al fatto che i produttori non hanno saputo prevedere l’incremento della domanda: hanno calcolato i volumi di produzione sullo storico del 2021, senza tenere conto del ritorno di fiamma di alcune patologie invernali e della fine del distanziamento e delel altre misure preventive per covid».
Anche per quanto riguarda i corticosteroidi da gennaio si osserva un calo del consumo. Nonostante ciò, «si osservano ancora tensioni, con grandi disparità a seconda della farmacia» spiega Variot. «L’industria rifornisce dando la priorità alle farmacie-clienti più importanti, vuole quindi dire che hanno scorte. Le altre farmacie, invece, hanno molta più difficoltà a rifornirsi. Differenze negli approvvigionamenti si osservano anche per il prednisolone, mentre nel caso del prednisone ci sono vere e proprie rotture di stock che interessano tutti i produttori e dunque non ci sono disparità tra le farmacie».
Anche sull’amoxicillina si osservano disparità tra le farmacie. «Gli esercizi che si riforniscono direttamente riescono ad averla, per altre è molto più complicato» osserva Variot «oggi ci sono meno problemi perché il consumo di amoxicillina è diminuito drasticamente. Questo agevola la ricostituzione degli stock ma le forniture rimangono scarse».