Nonostante la marcia indietro del ministero della Salute, che l’altro ieri aveva rinunciato ad aprire ai marketplace tipo Amazon la vendita a distanza dei farmaci, la Fédération des syndicats pharmaceutiques de France (Fspf) non smobilita e continua ad attaccare le disposizioni sull’online contenute nel progetto di legge del governo per le semplificazioni. Il testo, sottoposto ieri ai sindacati dei titolari dopo le correzioni del Ministero, sembra infatti mantenere le altre misure considerate non trattabili dalla professione: dalla norma sui cosiddetti locali distaccati (dove i farmacisti possono praticare l’e-commerce senza più il vincolo di far partire la vendita a distanza dalla farmacia fisica) alla disposizione che esclude l’online dal fatturato su cui si conteggia il numero dei collaboratori in servizio.
Su quest’ultimo punto, ricorda un articolo del Quotidien du pharmacien, la Fspf aveva presentato una controproposta che mira a escludere alcune categorie di prodotto – come i farmaci ad alto costo – dal conteggio del giro d’affari. E la Fédération insiste anche su un’altra delle sue proposte, quella che consentirebbe ai gruppi di acquisto di essere trattati dai produttori alla pari delle farmacie. «In ogni caso» è la rivendicazione della Fspf «va affermato il principio che gli strumenti digitali devono agevolare il rapporto personale tra farmacista e paziente, non la vendita a distanza».