In Francia le carenze di farmaci e in particolare antibiotici sembrano davvero uno dei principali crucci di governo e politica. Tanto che venerdì scorso, primo marzo, l’Assemblea nazionale ha approvato all’unanimità una proposta di legge diretta a rafforzare gli obblighi in capo alle aziende riguardo alla costituzione di scorte di sicurezza e le sanzioni per inottemperanza. «Non disporre dei farmaci di cui c’è bisogno «ricorda il progetto di legge nelle premesse «costituisce un’angoscia indescrivibile per i genitori e per i pazienti».
Le indisponibilità, in Francia, rimangono all’ordine del giorno e infatti, dicono i dati, nel 2023 l’Agenzia nazionale del farmaco (Ansm) ha emanato quasi cinquemila segnalazioni, in aumento di oltre il 30% sull’anno precedente.
Di qui la proposta appena approvata, che obbliga le aziende produttrici a detenere scorte minime (per coprire da una settimana a quattro mesi di consumi) oggi previste soltanto da decreti ministeriali. In aggiunta, viene introdotta una seconda fascia, relativa ai farmaci di maggiore interesse terapeutico, che impone livelli minimi e massimi di stock da due a quattro mesi, anche se all’Ansm viene riservata la possibilità di autorizzare scorte di minore entità.
La proposta di legge, ampiamente modificata rispetto alla versione iniziale, allarga inoltre le competenze dell’Ordine dei farmacisti che con il suo applicativo Dp-Ruptures (un software che raccoglie le segnalazioni delle farmacie riguardo a indisponibilità e rotture di stock) potrà informare l’Ansm sullo stato delle scorte nelle farmacie. Sarà così possibile, scrive il Quotidien du pharmacien, appurare quante farmacie hanno esaurito le scorte dei un farmaco e adottare le contromisure più opportune.
Il testo, infine, inasprisce le sanzioni già previste per le aziende che non rispettano gli obblighi di stock: si arriva fino al 50% (prima era il 30%) del fatturato realizzato nell’ultimo esercizio dal medicinale carente, con un tetto sino a 5 milioni di euro (in precedenza un milione). Dopo il via libera dell’Assemblea nazionale, il testo passa all’esame del Senato.