Paese che vai, distribuzione di Paxlovid che trovi. In Italia l’Aifa ha annunciato proprio ieri che le prime forniture sono in arrivo alle Regioni, le quali a loro volta le rigireranno alle farmacie ospedaliere per la dispensazione ai pazienti come già accaduto con molnupiravir. In Francia, invece, l’antivirale di Pfizer per le forme non gravi di covid può essere prescritto da ieri e dispensato (da oggi) in tutte le farmacie del territorio e nelle farmacie ospedaliere (per i pazienti ricoverati): il farmacista riceve la ricetta, ordina Paxlovid su una piattaforma web dedicata e lo riceve nel giro di un giorno.
Per evitare errori, spiega un articolo del Quotidien du pharmacien, la ricetta che il farmacista si vedrà arrivare riporta un codice a barre da passare allo scanner, che conferma l’idoneità del paziente al trattamento. La distribuzione, inoltre, non segue il canale abituale (che in Italia chiameremmo convenzionato) ma segue una sorta di dpc: la farmacia, cioè, non viene remunerata in base a un margine sul prezzo al pubblico (che non c’è) ma con una quota fissa a confezione di 9,24 euro netti, che diventano al massimo 12,36 con l’applicazione di tutti gli onorari previsti.
«L’arrivo di Paxlovid» commenta Philippe Besset, presidente della Fspf (Fédération des syndicats pharmaceutiques de France) «è un nuovo passo avanti per la farmacia, perché per la prima volta viene affidato alla distribuzione territoriale un medicinale a somministrazione urgente, finora riservato all’ospedale».