Sono in media più di una al giorno le aggressioni subite dai farmacisti del territorio nel 2022, in crescita come nel caso di medici e infermieri. Lo dicono le ultime statistiche dell’Ordine professionale francese che peraltro – secondo il Quotidien du pharmacien – riescono a cogliere soltanto la punta dell’iceberg. Non tutti, infatti, riescono o hanno voglia di denunciare insulti e offese.
I dati, in ogni caso, sono significativi: l’1,7% dei farmacisti (titolari e collaboratori) ha dichiarato di avere subito nel 2022 un’aggressione verbale o fisica, oppure danni a cose o furti; in tutto sono 355 dichiarazioni (quasi una al giorno), dieci delle quali riguardanti farmacisti stranieri. «Paradossalmente» osserva il Consiglio nazionale dell’Ordine nella relazione che accompagna i dati «la prossimità della farmacia è una delle ragioni principali della sua vulnerabilità a questo tipo di aggressioni».
Due farmacisti, riferiscono ancora le statistiche dell’Ordine, hanno dovuto essere ricoverati in ospedale per le violenze subite, tredici hanno dovuto assentarsi dal lavoro per un periodo fino a 15 giorni. Le aggressioni fisiche o verbali sono all’origine di quasi il 71% delle assenze. Stranamente, in questo periodo di forte incertezza economica i furti rappresentano solo un terzo delle denunce all’Ordine.
Consola il fatto che i numeri non sono più quelli registrati durante la pandemia (600 denunce all’ordine soltanto nel 2020) ma rispetto al 2019 siamo sempre sopra di un 17% circa.
Altro dato preoccupante, il fenomeno si allarga a tutto il territorio francese. Un terzo degli abusi subiti dai farmacisti (83,4% titolari, 15,8% collaboratori) sono commessi nei comuni con meno di 5.000 abitanti e di questi il 35% nelle regioni Auvergne-Rhône-Alpes, Ile-de-France e Paesi della Loira. Il 70% delle segnalazioni provenienti dai farmacisti motivano l’aggressione con problemi legati alla dispensazione, ma non è chiaro se all’origine ci siano carenze oppure ricette false.
Nel 2022 la propensione dei farmacisti a sporgere denuncia alle autorità è diminuita rispetto all’anno precedente, solo il 35% ha deciso di farlo e il 20% ha intenzione di farlo. In quasi la metà dei casi, invece, il farmacista non ha voluto sporgere denuncia, «per mancanza di tempo, per paura di ritorsioni, per mancanza di identità dell’aggressore o perché il paziente è conosciuto».