In Francia dall’inizio di marzo le società che erogano servizi di televisita fanno parte integrante del sistema sanitario pubblico. Poco più di una settimana fa è infatti uscito il Gazzetta ufficiale il decreto che estende il finanziamento annuale della previdenza sociale a tali erogatori, cui sarà quindi consentito intascare i rimborsi dell’assicurazione sanitaria. Come spiega in un articolo il Quotidien du pharmacien, finora le piattaforme di teleconsulto – come Qare, Livi e Medadom – dovevano utilizzare l’intermediazione di una struttura sanitaria per fatturare in regime pubblico.
«Siamo ormai parte integrante del sistema sanitario, ossia fornitori di cure a pieno titolo come un ospedale o un medico privato» ha commentato Olivier Thierry, direttore generale della piattaforma Qare, che vanta 200mila teleconsulti al mese sul suo sito web.
Il decreto, in particolare, dispone che la quota a carico del paziente per una televisita non potrà superare la tariffa prevista in regime convenzionato dalla previdenza sociale. E le società di teleconsulto non potranno addebitare costi aggiuntivi ai pazienti come invece avviene oggi. «Potremo offrire servizi a pagamento in aggiunta alla telepretazione, ma saranno facoltativi» osserva Thierry. Da notare, osserva la rivista francese, che nelle trattative per il rinnovo della convenzione in corso con i sindacati dei medici di famiglia, l’assicurazione sanitaria vorrebbe lasciare invariata a 25 euro la tariffa per la televisita e alzare a 30 euro quello per la visita in studio.
Le società erogatrici, dice ancora il decreto, dovranno essere autorizzate dal ministero della Salute, sulla base del rispetto di specifiche che stabiliscono i requisiti tecnici, per garantire la sicurezza informatica delle consultazioni, previa istituzione di un comitato dove siano rappresentati i sindacati dei medici dipendenti e le associazioni dei pazienti. Il decreto, infine, conferma l’obbligo per i medici di famiglia di dedicare al teleconsulto non più del 20% del proprio tempo.