In Francia sono apparsi nei giorni scorsi i primi elenchi dei cosiddetti “territori fragili”, le aree cioè dove l’accesso all’assistenza farmaceutica è considerato difficoltoso e le farmacie che le servono hanno diritto ai sussidi (20mila euro all’anno) previsti dal “primo emendamento” alla Convenzione nazionale con l’assurance maladie. L’individuazione di tali territori, come riferisce un articolo del Quotidien du pharmacien, è demandata alle Agenzie regionali di sanità (Ars, l’equivalente delle nostre Asl) e per la misura la sanità pubblica aveva stanziato un fondo di 20 milioni di euro, con l’obiettivo di sostenere circa mille farmacie. Tuttavia, l’applicazione si sta rivelando più selettiva del previsto e quindi il numero delle farmacie ammesse al contributo rimane nettamente inferiore al preventivato.
Per accedere ai fondi, le farmacie devono soddisfare diversi criteri: il fatturato annuo dichiarato all’Ars non deve superare il milione di euro nell’anno precedente, il titolare non deve aver subito condanne per frode e nel comune non devono risultare altri esercizi farmaceutici. Inoltre, nella valutazione vengono considerati gli altri eventuali sussidi ricevuti dal farmacista titolare.
Il nodo principale, osserva il Quotidien, è però rappresentato dalla definizione stessa di “territorio fragile”. Il ministero della Salute, infatti, ha adottato parametri che hanno ristretto il numero di farmacie idonee. «Secondo dati confermati dall’assurance-maladie» dichiara Philippe Besset, presidente della Fspf (Fédération des syndicats pharmaceutiques de France) «saranno solo 260 le farmacie ammesse al sussidio dopo la pubblicazione delle liste regionali. Un numero molto inferiore alle nostre aspettative. C’è la disponibilità a estendere il beneficio alle mille farmacie preventivate, ma per farlo è necessaria un’iniziativa legislativa».
A tal fine, la Fspf ha raggiunto un accordo con il Ministero per modificare i criteri di definizione dei territori fragili attraverso un intervento normativo. «La legge potrebbe essere approvata rapidamente» ha spiegato Besset, aggiungendo che il provvedimento consentirebbe di ampliare i parametri e includere altre farmacie che al momento ne sono escluse. «L’obiettivo è che le 1.000 farmacie previste inizialmente ricevano l’aiuto entro la fine dell’anno. Tuttavia, abbiamo chiesto che quelle già selezionate possano beneficiare del sussidio il prima possibile».
Nel frattempo, anche l’Uspo (Union des syndicats de pharmaciens d’officine) ha contestato il decreto e l’ordinanza sulla definizione dei territori fragili, portando la questione davanti al Consiglio di Stato. Il presidente del sindacato, Pierre-Olivier Variot, ha proposto un approccio più ampio: «Piuttosto che attendere un intervento legislativo, abbiamo suggerito di integrare il tema in un’ulteriore trattativa, magari attraverso un secondo emendamento, per garantire la sostenibilità dell’intero sistema». Secondo Variot, la misura sui territori fragili è insufficiente: «Non ci battiamo per salvare solo mille farmacie, ci battiamo per salvare tutte».