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Francia dietro a Germania e Italia su disponibilità dei nuovi farmaci

28 Giugno 2023

In media i francesi accedono ai farmaci di nuova autorizzazione 380 giorni dopo i loro vicini tedeschi, 179 giorni dopo gli inglesi e 72 giorni dopo gli italiani. Lo rivela una ricerca commissionata dalla Leem, la Farmindustria transalpina, sul cosiddetto “time to market” ossia la distanza che intercorre tra l’approvazione centralizzata di un farmaco da parte dell’Ema e la sua disponibilità nei singoli Paesi Ue.

La Francia, dice in sintesi l’indagine, non è messa bene: solo il 49% dei medicinali che hanno ricevuto l’autorizzazione europea all’immissione in commercio tra il 2018 e il 2021 risulta accessibile a tutti i pazienti francesi. In Germania e in Italia, invece, il tasso di disponibilità risulta rispettivamente l’87 e l’81%.

Della restante metà che risulta ancora indisponibile sul mercato francese, quasi un terzo è in attesa di valutazione da parte dell’Autorità nazionale francese per la salute (Has: periodo di valutazione mediano di 140 giorni) o di negoziazione con il Comitato economico per i prodotti sanitari (Ceps: periodo di negoziazione mediano di 252 giorni). Il time to market europeo invece ammonta a 180 giorni, termine che la Francia non rispetta. Anche perché dopo la conclusione della trattativa sul prezzo, occorre ancora attendere un periodo amministrativo di 110 giorni (in media) prima della pubblicazione del provvedimento sulla Gazzetta Ufficiale.

Non solo: il 69% dei nuovi farmaci che sono in fase di negoziazione davanti alla Ceps risultano di fatto in un vicolo cieco, perché la trattativa va avanti da più di 500 giorni e la probabilità che si arrivi un accordo oltre questo termine diventa ridottissima. Al riguardo, la Leem cita il caso delle ultime cinque molecole innovative della classe degli antipsicotici e dei tre nuovi trattamenti per l’emicrania, disponibili nei principali Paesi europei ma non in Francia.

In sostanza, nonostante i proposito del presidente Macron di fare della Francia «la prima nazione europea per innovazione e sovranità nella salute», il Paese non è di certo il più attrattivo per le aziende del farmaco. In particolare, i produttori lamentano «la complessità e l’imprevedibilità della regolamentazione» e la pressione sulla spesa farmaceutica pubblica. E così, la Francia è superata dai suoi pari europei nella produzione di nuovi farmaci, in particolare per quanto riguarda i farmaci biologici e i loro biosimilari.