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Francia, epidemia alla fase 3: sì al rinnovo in farmacia delle ricette ripetibili

17 Marzo 2020

I farmacisti francesi potranno rinnovare i trattamenti farmacologici dei pazienti cronici anche quando le ricette sono scadute, per evitare il sovraffollamento degli studi medici e l’interruzione delle cure. Il provvedimento – dal quale sono escluse le prescrizioni di stupefacenti e le ricette non ripetibili – fa parte di un decreto approvato sabato 14 febbraio dal Governo. L’intervento, come spiega un articolo del Quotidien du pharmacien, sancisce ufficialmente il passaggio alla fase 3 dell’epidemia, che in Francia si sta allargando a macchia d’olio: il numero dei casi raddoppia ogni 3 giorni e sono più di 400 le persone ricoverate in gravi condizioni.

Oltra alla proroga delle ricette, tra le disposizioni indirizzate ai farmacisti c’è un decreto che autorizza le farmacie a produrre in proprio soluzioni idroalcoliche, secondo tre distinte formule. La prima era già stata approvata con un primo decreto pubblicato il 6 marzo:

 

 

Le altre due riguardano una «Soluzione idroalcolica raccomandata dall’Oms per l’igiene delle mani» (come recita l’etichettatura che, in base al decreto, le farmacie sono obbligate ad apporre) composta da isopropanolo, perossido d’idrogeno e glicerolo

 

 

e un «Gel idroalcolico per l’igiene delle mani» a base di etanolo e glicerina.

 

 

Un altro decreto, pubblicato domenica 15 marzo, ha poi fissato i prezzi al pubblico che le farmacie devono praticare su tali soluzioni: il gel va dai 2 euro per il flacone da 50 ml ai 15 del flacone da un litro, le soluzioni idroalcoliche da 2,40-3 euro (a seconda della formula) ai 16,50-19,50 euro.

E ancora: secondo quanto ha riferito ieri il ministero della Sanità, ci sono anche i farmacisti tra i professionisti della sanità che possono avvalersi dell’assistenza pubblica per l’infanzia; da ieri, in sintesi, il dicastero dell’Educazione nazionale prenderà in custodia i figli degli operatori che non hanno nessuno ai quali affidarli, e li collocherà in asili, scuole elementari o medie in base alla loro scolarizzazione.

Sta invece generando polemiche tra i medici il mancato arrivo delle mascherine protettive promesse venerdì dal Ministero. Ai sindacati, in particolare, non è piaciuto il fatto che mentre i medici hanno lavorato anche questo week end senza protezioni, ai seggi per le elezioni amministrative (domenica si è votato in varie città Parigi compresa) scrutatori e addetti erano ben forniti di maschere e igienizzanti. «Se i medici vengono infettati» ha ricordato il sindacato dei medici autonomi «è la prima linea di difesa che collassa». La richiesta dei dottori, quindi, è che il governo provveda immediatamente a requisire le mascherine, i dpi e i flaconi di gel per mani ancora conservati nei municipi e provveda a distribuirli ai curanti.