Un mese di mobilitazione e una giornata di sciopero nazionale, il 30 maggio. Scende in campo l’Uspo (Union des syndicats de pharmaciens d’officine), il più rappresentativo tra i sindacati dei farmacisti titolari, per dare sfogo al crescente malcontento della base di cui finora si erano fatti portavoce soltanto alcune associazioni regionali: le carenze di farmaci che non si attenuano, le trattative per il rinnovo della convenzione che avanzano a fatica, gli accenni del governo a una nuova lenzuolata di liberalizzazioni che potrebbe comprendere anche la vendita online dei farmaci, il saliscendi dei prezzi di alcuni medicinali come l’amoxicillina.
Un sondaggio condotto a febbraio dall’Uspo, spiega il Quotidien du pharmacien, aveva rivelato che l’89% degli iscritti propendeva per uno sciopero e il sindacato, per non perdere la presa sulla base, ha deciso di accontentarli. Il programma, ufficializzato l’altro ieri, prevede un calendario di iniziative in tre fasi: dal 18 aprile al 18 maggio una campagna di informazione rivolta all’opinione pubblica e alla politica, con volantini e petizioni che spiegheranno le ragioni della protesta. Quindi, dal 18 al 20 maggio, il primo sciopero, quello delle guardie farmaceutiche. Infine, il 30 maggio, la protesta generale con una giornata di chiusura per tutte le farmacie, per la quale il sindacato si prepara a presentare la comunicazione ufficiale alle autorità di garanzia.
Come riferisce ancora il Quotidien, a livello regionale diverse rappresentanze dell’Uspo hanno concordato un’azione comune con le associazioni dell’altro sindacato dei titolari, la Fspf (Fédération des syndicats pharmaceutiques de France).