Dovrebbero assicurare alle farmacie francesi introiti aggiuntivi per circa 20 milioni di euro in un anno i nuovi margini e onorari professionali che entreranno in vigore dall’inizio del 2019. E’ la valutazione proveniente dall’articolo con cui ieri Le Quotidien du pharmacien ha fatto i conti in tasca al decreto ministeriale della settimana scorsa, che aggiorna la remunerazione delle farmacie (fee più percentuale sul prezzo). L’obiettivo, sancito dalla convenzione tra titolari e mutua pubblica rinnovata l’anno scorso, è quello di arrivare in tre anni a un sistema misto in cui il margine rappresenterà il 30% del compenso percepito sul farmaco rimborsato, mentre la quota restante sarà assicurata da un pacchetto di onorari legato sulla ricetta e sulla dispensazione.
La transizione avverrà secondo la tecnica dei vasi comunicanti, ossia con un graduale spostamento di risorse dalla quota percentuale a quella fissa. Il decreto del 16 novembre scorso, al riguardo, offre già un esempio emblematico del percorso: da una parte entrano in campo tre nuovi onorari (per la spedizione di ricette complesse e per quelle riguardanti gli anziani over 70 e i bimbi sotto i tre anni), dall’altro calano le percentuali per fasce regressive (il margine sui farmaci fino a 22,90 euro scende dal 21,4% del 2018 al 13%, quelli sui medicinali con prezzo tra 22,91 e 150 euro si abbassa dall’8,5 al 6%).
Per finanziare il passaggio al nuovo sistema, le casse-mutua si erano impegnate con la convenzione a investire 215 milioni di euro in tre anni, una promessa che aveva convinto l’Uspo (Union des syndicats de pharmaciens d’officine) a firmare. Aveva invece lasciato il tavolo di negoziazione la Fspf (Fédération des syndicats pharmaceutiques de France), che oggi riconferma il suo scetticismo sul finanziamento: venti milioni non bastano per fermare la crisi delle farmacie francesi, è in sintesi la linea del sindacato, e lo si vedrà alla fine del prossimo anno quando si aggiorneranno i conti.