La repentina escalation che la domanda di autotest e tamponi antigenici ha fatto registrare nelle ultime settimane ha costretto i produttori francesi a riorganizzarsi velocemente. Ma ora che gli esperti vedono sempre più vicino il picco pandemico (e il successivo “scollinamento” della curva dei contagiati) sono diverse le aziende che hanno cominciato a chiedere allo Stato garanzie sulle eventuali eccedenze di stock che si dovessero generare.
Il rischio è tutt’altro che trascurabile: come ricorda in un articolo il Quotidien du pharmacien, nella settimana tra il 3 e il 9 gennaio sono stati prodotti in Francia quasi 12 milioni di test Covid; nello stesso periodo sono stati effettuati circa 8 milioni di antigenici e la scorsa settimana, quella dal 10 al 16 gennaio, sono stati venduti quotidianamente in farmacia tra i 700mila e il milione di autotest.
Per assicurare questi numeri, i produttori hanno dovuto sostenere uno sforzo consistente: Biosynex produrrà in gennaio 15 milioni di tamponi (8 milioni di antigenici e 7 milioni di autotest), AAZ ha annunciato che dai suoi siti di produzione usciranno complessivamente questo mese 12 milioni di pezzi.
Anche se l’attenzione è rivolta prioritariamente alla produzione, alcune aziende del comparto hanno già cominciato a chiedersi che cosa accadrà quando la domanda comincerà a raffreddarsi. E così, riferisce il Quotidien, il presidente di AAZ, Joseph Coulloch, ha approfittato di un’intervista alla radio per lanciare un messaggio al governo: «Se l’epidemia si fermerà, lo Stato riacquisti al prezzo di costo i test che abbiamo prodotto. Ci stiamo impegnando a fondo, ci sono imprese che non possono essere lasciate sole».
Al Quotidien du pharmacien Coulloch è stato ancora più esplicito: «Il direttore di gabinetto del ministro della Salute ci ha esortato ad aumentare la produzione e chiede uno sforzo sempre maggiore. Abbiamo previsto di arrivare da febbraio a una produzione di circa 3 milioni di autotest a settimana, senza però ridurre quella degli antigenici, ma nessuno può sapere se a marzo ci sarà ancora una domanda altrettanto intensa. Il governo non può semplicemente fingere di ordinare, deve anche mettersi in gioco».
Sulla stessa linea Oren Bitton, direttore per l’Europa della business unit Otc di Biosynex: «Finora vendevamo alle farmacie solo su ordine diretto, ora su richiesta del Ministero stiamo lavorando con grossisti. Stiamo negoziando con loro perché incrementino i volumi, se continuano a ordinare dall’estero la situazione potrebbe diventare complicata».
Bitton, in particolare, l’overstock non tanto per un eventuale raffreddamento della pandemia, quanto per altri motivi . «Ci sono sempre più fornitori a basso costo. È se la concorrenza cresce, i volumi si abbassano. Per esempio, abbiamo visto farmacie a Strasburgo vendere autotest realizzati in Turchia con istruzioni in tedesco. Per non parlare degli autotest, a volte di qualità sconosciuta, venduti a basso prezzo dalla grande distribuzione». A febbraio Biosynex prevede di produrre 10 milioni di test per il mercato francese, 5 milioni in meno rispetto a gennaio.