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Francia, il 72% dei comuni non ha né una farmacia né un medico

25 Settembre 2024

In Francia più di 25mila comuni, ossia il 72% del totale, non dispone né di una farmacia né di un medico. Lo rivela un’analisi del centro studi La Longue Vue della quale riferisce un articolo del Quotidien du pharmacien: da tempo, ricorda il giornale, le autorità sanitarie francesi sono al lavoro per individuare e delimitare i cosiddetti territori fragili, ma il compito è complesso e le Ars (le agenzie sanitarie regionali) incontrano parecchie difficoltà a individuare le zone dove l’assistenza è a rischio. Ma con questi nuovi dati, la mappatura dovrebbe diventare più facile.

Nel Paese, dice in sostanza La Longue Vue, ci sono 1.022 comuni dov’è in servizio almeno un medico ma non ci sono farmacie e 855 comuni che dispongono di una farmacia ma sono senza medico. Peggio ancora se si virano i dati al negativo: ci sono complessivamente 26.169 comuni senza medico e 26.932 comuni senza farmacia. E 25.287 comuni, sul totale dei 35.083 comuni esistenti in Francia, che non dispongono né di una farmacia né di un medico. Ne scaturisce dunque una fotografia decisamente preoccupante delle condizioni in cui versa l’accesso alle cure nelle aree rurali del Paese transapino.

Ma dallo studio arrivano ancora altri dati: tra il 1º febbraio e il 1º agosto 2023 ben 130 farmacie hanno chiuso i battenti. A luglio, Frédéric Chéreau, sindaco di Douai (Nord) e copresidente della commissione salute dell’Associazione dei sindaci di Francia (Amf), aveva dichiarato che il mantenimento di un adeguato numero di farmacie sul territorio «è un obbligo del servizio pubblico». Tuttavia, il recente decreto sui territori fragili, pensato per affrontare la carenza di farmacie nelle zone più isolate, dove il numero di abitanti non raggiunge le 2.500 unità, è stato accolto con qualche dubbio. Soprattutto dai sindacati dei titolari di farmacia, che non hanno gradito l’allentamento delle regole per le nuove aperture (in sintesi, può essere istituita una sede per ogni gruppo di comuni che mette assieme almeno 2.500 abitanti senza più la necessità che almeno uno di questi ne conti minimo duemila). L’Uspo, l’Unione dei sindacati dei farmacisti di farmacia, teme che le nuove norme possano peggiorare ulteriormente la situazione, portando a un maggiore squilibrio nella distribuzione delle farmacie e, in ultima analisi, accelerando la chiusura delle poche rimaste in queste aree. Proprio per queste ragioni, il sindacato ha presentato un ricorso al Consiglio di Stato il 4 settembre, sollevando ulteriori dubbi sulla gestione della rete farmaceutica nelle zone rurali e periferiche della Francia. Il dibattito prosegue.