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Francia, marcia indietro sulla semplificazione dell’e-commerce

20 Febbraio 2020

Il governo francese rinuncerà all’articolo del disegno di legge sulla semplificazione che avrebbe aperto la vendita online dei farmaci alle piattaforme generaliste, i cosiddetti marketplace. Lo ha detto ieri il nuovo ministro della Salute, Olivier Véran (che sostituisce Agnés Buzyn, candidata alle elezioni municipali di Parigi), dopo le dichiarazioni rese il giorno prima davanti alla commissione Affari sociali del Senato dalle principali organizzazioni della farmacia e della professione. Nell’audizione, i due sindacati dei titolari (Uspo e Fspf), l’Ordine dei farmacisti e l’Associazione nazionale degli studenti di farmacia (Anepf) hanno espresso preoccupazione per le disposizioni del ddl in materia di e-commerce, riproponendo le stesse riflessioni già avanzate 24 ore prima in un incontro con i funzionari dei ministeri della Salute e delle Finanze.

Nell’occasione, sindacati, ordine e studenti avevano accusato di incoerenza le proposte del governo: perché semplificare la vendita di farmaci via internet, hanno chiesto, dopo che l’agenzia francese del farmaco ha tolto dal libero servizio gli antidolorifici e il Parlamento ha approvato una legge che consente la dispensazione frazionata delle confezioni?

Ieri, così, a Véran non è rimasto che fare marcia indietro e rimangiarsi le misure del ddl contestate dai farmacisti. «Il governo non ha mai avuto intenzione di aprire a piattaforme per la vendita online di farmaci tipo Amazon» ha detto ieri «e il testo mantiene tale attività sotto la responsabilità del farmacista. In ogni caso, per eliminare ogni rischio, correggeremo l’articolato per chiarirne il senso ed elimineremo il concetto stesso di piattaforma».

Per il nuovo ministro della Salute, infatti, la semplificazione «non deve indebolire le farmacie, la cui presenza sul territorio è essenziale». Il disegno di legge, ha chiarito ancora Véran, elimina l’obbligo dell’autorizzazione al commercio online da parte delle Agenzie sanitarie regionali e consente ai titolari di organizzarsi in gruppi per aprire un sito condiviso, in modo da aiutare le piccole farmacie. Fspf e uspo, dal canto loro, hanno bocciato le norme che rimuovono l’obbligo di vendere online soltanto i farmaci presenti nel magazzino della farmacia ed escludono le vendite a distanza dal computo del fatturato su cui si calcola il numero dei collaboratori al banco.