In Francia esplode la protesta degli infermieri libero-professionisti dopo che nei giorni scorsi il ministero della Salute aveva dato il nulla osta ai farmacisti del territorio per vaccinare nelle case di riposo e a domicilio. Le reazioni più dure, in particolare, sono arrivate dallo Sniil (Syndicat national des infirmiers et infirmières libéraux), che ha invitato i suoi iscritti a «boicottare tutte le farmacie che effettuano medicazioni per i loro pazienti e i farmacisti che andranno a vaccinare a domicilio». Nel mirino anche il ministero della Salute, il cui parere innescherà «una concorrenza che non ha motivo di esistere, per non parlare della perdita di motivazione che ciò causerà tra gli infermieri». Vedere i farmacisti che vanno a vaccinare nelle case di riposo, è l’affondo finale dello Sniil «è un’assurdità».
I sindacati delle farmacie, dal canto loro, cercano di buttare acqua sul fuoco, in un comunicato diffuso ieri, l’Uspo ricorda che i farmacisti già vaccinano fuori delle farmacie, in casi estremamente specifici. «Alcuni pazienti non possono muoversi e non hanno nelle vicinanze nessun altro tranne il proprio farmacista».
È per questo motivo che il sindacato dei titolari si era rivolto al Ministero per avere la conferma che i farmacisti potessero vaccinare anche fuori della loro farmacia. Ma avverte l’Uspo, non ci saranno somministrazioni massicce al di fuori dei presidi dalla croce verde. «Come è sempre stato fatto, i farmacisti continueranno a indirizzare il paziente in prima battuta all’infermiere o al medico. Altrimenti andranno loro a casa a vaccinare, per soddisfare le esigenze del paziente». L’invito che l’Uspo rivolge alle altre professioni, dunque, è quello di fare gioco di squadra. «Noi operatori sanitari abbiamo tutti l’obiettivo di rafforzare la copertura vaccinale; e lo realizzeremo insieme».
Intanto però la protesta monta: dopo lo Sniil, anche la Federazione nazionale degli infermieri ha attaccato il parerte del Ministero e a ruota è sceso in campo pure il Sml, il Sindacato dei medici libero-professionali. Nel mirino, in questo caso, l’ipotesi che alle farmacie venga consentita la dispensazione di un antibiotico anche senza prescrizione del medico in caso di test rapido dall’esito positivo.