L’esclusiva che limita la distribuzione dei farmaci senza ricetta alle sole farmacie è pienamente giustificata e non sarà rimessa in discussione. Per il bene dei pazienti e anche delle farmacie rurali. Lo assicura il ministro della Sanità francese, Agnès Buzyn (foto), nell’intervista concessa l’altro ieri al Quotidien du pharmacien: non ha fatto breccia nel Governo l’ultima massiccia campagna pubblicitaria lanciata dal gruppo Leclerc (più di 560 supermercati e 240 parafarmacie in Francia) per la liberalizzazione di alcuni otc come i sostitutivi della nicotina e i test di autoanalisi. «I farmaci in cerotto» spiega il Ministro «comportano rischi d’uso, effetti indesiderati, controindicazioni, interazioni con altri medicinali. Hanno dunque bisogno di una dispensazione controllata, che solo un farmacista in farmacia può garantire».
Il Governo, dunque, non ha alcuna intenzione di riaprire riflessioni sulla distribuzione in farmacia dei “senza ricetta”: «L’importanza del consiglio al banco per orientare il ricorso ai test di auto-analisi è un punto fermo che non ha più bisogno di essere dimostrato» prosegue Buzyn «autorizzare la vendita di questi prodotti così come dei farmaci di autocura nella gdo – anche in presenza di un farmacista – significherebbe posizionare il farmaco tra i prodotti di consumo. Si finirebbe per dimenticare che il farmaco è destinato sì a curare, ma la sua assunzione comporta sempre rischi potenziali». Al contrario, prosegue il Ministro, «chi si reca in farmacia per acquistare un farmaco senza ricetta viene assistito il più delle volte da un farmacista che lo conosce, è al corrente delle eventuali cure che già sta facendo oppure delle allergie di cui soffre. Il rapporto paziente-farmacista che si instaura nelle farmacie del territorio è essenziale per alcune categorie di assistiti come le persone sole o fragili, i disabili, i malati con dipendenze». Per finire, aggiunge Buzyn, «l’ingresso del farmaco otc nella gdo indebolirebbe la sostenibilità economica le farmacie che operano in quelle aree del territorio dove più sono necessarie, come le zone rurali afflitte dalla desertificazione medica e sanitaria».