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Francia, inchiesta tv: le farmacie non rispettano le regole sulla privacy

21 Maggio 2021

Ha messo sul chi vive la Commissione nazionale per l’informatica e le libertà (Cnil) l’inchiesta giornalistica realizzata dall’emittente televisiva France 2, che dimostrerebbe frequenti violazioni delle norme sulla privacy da parte di diverse farmacie francesi. Le irregolarità, in particolare, riguarderebbero l’invio di dati alla filiale transalpina di Iqvia, la notissima società internazionale. Secondo le disposizioni della stessa Cnil (che equivale alla nostra Autorità garante per la privacy) i farmacisti che inviano a Iqvia dati relativi a ciò che dispensano sono tenuti a informare i loro clienti del trattamento «con un’informativa e con l’affissione di un poster in farmacia».

Per verificare il rispetto delle norme i giornalisti di France 2 hanno visitato 200 esercizi e in nessuno di questi era presente la locandina richiesta dai regolamenti. Il servizio è andato in onda sulla tv generalista ieri, ma è online dal 14 maggio e in un comunicato diffuso tre giorni dopo il Cnil ha annunciato che avvierà una serie di controlli, senza però precisare chi sarà coinvolto, se le farmacie o la società Iqvia.

«Il Regolamento generale sulla protezione dei dati (Rgpd) e la legge sulla protezione dei dati» commenta la Commissione in un comunicato stampa successivo all’inchiesta «non richiedono la raccolta del consenso espresso, salvo in determinate circostanze specifiche. Le persone interessate, tuttavia, devono essere informate anticipatamente e devono potersi opporre al trattamento dei loro dati. Lo stesso regime si applica alla costituzione dei data warehouse sanitari, come quello di Iqvia».

Il presidente della Fspf (Fédération des syndicats pharmaceutiques de France), Philippe Besset, ha parlato di «mancanze» da parte delle farmacie e ha ricordato che le associazioni di categoria inviano regolarmente agli iscritti richiami sulle disposizioni da osservare. «Ma quello della privacy» ha aggiunto «non è un argomento che attrae». Dal canto suo il presidente di Iqvia France, Jean-Marc Aubert, ha trovato «imbarazzante» l’assenza di informazioni agli utenti nelle farmacie. La rete che raccoglie questi dati, Pharmastat, aggrega più di 14mila farmacie e per la loro partecipazione i titolari ricevono un fee di 6 euro al mese, più una raccolta di report periodici sui trend di mercato. I dati che riceve Iqvia, ha detto ancora Aubert, sono «anonimizzati» (le uniche informazioni personali che riceve sono sesso ed età dei pazienti, che non consentono in alcun modo di risalire all’identità dei pazienti) e in 60 anni la società non ha mai avuto «incidenti» riguardo alla protezione di tali dati.