La farmacia francese chiude il 2020 con il segno più sul giro d’affari soltanto grazie ai servizi covid, ai test antigenici e alla distribuzione delle mascherine erogate dal servizio sanitario in regime di rimborso. E’ il responso che arriva dai dati dell’Osservatorio sulla remunerazione, il tavolo tra sindacati e mutua pubblica che dal 2018 monitora gli effetti della retribuzione mista (quota professionale più margine) che Federfarma nazionale vorrebbe introdurre anche in Italia.
Come riferisce un articolo del Quotidien du pharmacien, nel 2020 le farmacie francesi hanno generato un giro d’affari di 6,75 miliardi di euro, un punto percentuale in più rispetto al 2019. Ma se si escludono i ricavi “covid”, il giro d’affari dell’anno passato cala a 6,57 miliardi e la differenza con i 12 mesi precedenti passa da positiva a negativa, -1,7%.
Ma la Fspf (Fédération des syndicats pharmaceutiques de France) più che sui numeri del 2020 punta il dito sull’evoluzione dei fatturati dell’ultimo quinquennio: rispetto al 2016, l’anno preso a riferimento dall’Osservatorio per verificare gli effetti della nuova remunerazione, le farmacie hanno perso in valori il 5,6%, quando nei cinque anni precedenti (cioè dal 2012 al 2016) i fatturati erano invece cresciuti del 12%.
Per la Fspf, che non ha mai “digerito” il nuovo sistema di remunerazione, i numeri dimostrano che nei prossimi negoziati per il nuovo accordo contrattuale tra farmacie e mutua occorrerà rivedere parametri del modello e meccanismi di compensazione. Servono almeno 60 milioni di euro in più all’anno, ha dichiarato il presidente della Federazione, Philippe Besset, mentre per compensare il calo dei prezzi dei farmaci e l’aumento dei costi occorre aumentare i tariffari professionali di 700 milioni.