Riserva alle farmacie francesi luci e ombre il ddl del governo sul finanziamento della previdenza sociale per il 2023 (Projet de loi de financement de la Sécurité sociale, Plfss, una sorta di Finanziaria dell’assistenza sociosanitaria). Da un lato, infatti, il testo recepisce i due pareri formulati all’inizio dell’anno dall’Alta autorità per la salute (Has), che consigliavano di autorizzare i farmacisti del territorio a prescrivere e somministrare tutti i vaccini obbligatori o raccomandati. In aggiunta, il disegno di legge propone l’estensione della contraccezione d’emergenza in regime rimborsato alle ultra26enni, che oggi non beneficiano della copertura.
C’è invece forte preoccupazione per un altro articolo del Plfss, quello che autorizza il Comitato economico per i prodotti sanitari (Ceps, l’equivalente del Comitato prezzi dell’Aifa) a bandire gare per l’acquisto dei farmaci equivalenti, con la clausola che i medicinali dal prezzo più alto perdono la rimborsabilità pubblica
La proposta ha subito messo sul chi vive i sindacati dei titolari, che hanno ricordato al governo che il 40% dei ricavi delle farmacie proviene dagli sconti sulla sostituzione generica (che sparirebbe se tutti gli equivalenti della stessa classe avessero il medesimo prezzo). «Con questa misura» ha detto Philippe Besset, presidente della Fspf «parecchie farmacie finiranno per chiudere».
Ma la proposta ha messo sul chi vive anche gli industriali: con questo intervento, ha commentato la Leem (l’equivalente francese di Farmindustria), la spesa farmaceutica pubblica si ridurrà l’anno prossimo di tre miliardi di euro anziché i 1.100 milioni prospettati dal governo. Molte piccole imprese rischeranno di scomparire, ha paventato l’associazione dei produttori, e i pazienti si vedranno ridurre le opzioni terapeutiche disponibili.