La marginalità delle farmacie francesi migliora rispetto al 2021 e riesce per ora a tenere testa all’inflazione, grazie anche alle attività legate al covid. È quanto dicono i dati diffusi dalla Fspf (Fédération des syndicats pharmaceutiques de France) in un’analisi sui primi otto mesi del 2022 riportata ieri dal Quotidien du pharmacien: a gennaio il canale ha registrato un aumento della marginalità del 95% rispetto allo stesso mese del 2021, a febbraio l’incremento si è ridotto al 21%, a marzo +4,9%, ad aprile +1,36%, quindi +5% a maggio e giugno; quindi il passaggio in territorio negativo: -3,9% a luglio e addirittura -29% ad agosto, sempre rispetto agli stessi mesi del 2021.
«Non dimentichiamo» osserva Philippe Besset, presidente della Fspf «che l’anno scorso agosto è stato un mese straordinario, con i tamponi e i vaccini le farmacie avevano consentito ai francesi di uscire di casa e andare in vacanza. Inevitabile la flessione nel confronto con il 2022».
Non a caso, se si ripuliscono i dati di agosto dei ricavi covid la marginalità della farmacia risulta addirittura in crescita rispetto allo stesso mese del 2021, +5,1% rispetto a un’inflazione che ha toccato il 5,8%. «Hanno contribuito all’andamento soprattutto i farmaci ad alto costo» spiega ancora Besset «destinati al trattamento di specifiche patologie e a circoscritte coorti di pazienti». Ma più in generale ha contribuito tutto il farmaco rimborsato, che nello stesso mese ha fatto +4,2%.
Nella seconda metà del 2022, continua Besset, «le risorse della farmacia consentiranno di compensare l’inflazione e di sostenere i due aumenti di quest’anno ai salari dei dipendenti, ovvero 6,09 punti cumulativi».
Per il 2023, invece, le prospettive sembrano più preoccupanti. Perché le farmacie dovranno tenere a galla la loro economia senza poter contare sulle attività Covid, se si deve credere all’Oms che prevede la fine della pandemia per l’inizio del nuovo anno. Il presidente della Fspf invita quindi i farmacisti ad avviare i nuovi servizi previsti dalla Convenzione del 9 marzo scorso. «Si tratta» ricorda «di prestazioni che non devono aspettare la prescrizione del medico ma possono essere avviare direttamente dai farmacisti».